Elezioni e promesse da sballo (si ride). Alla procura di Milano c'è un'aria nuova, forse

Al direttore - Io quello lo sbianco.

Giuseppe De Filippi

 


  

Al direttore - A mettere insieme tutte le promesse elettorali, dopo il 4 marzo la vita di un giovane sarà una pacchia. Non dovrà pagare il bollo dell’auto che i genitori gli regaleranno dopo il diploma. Potrà iscriversi all’università senza sobbarcarsi le tasse. Se vorrà lavorare, potrà contare su di un salario minimo garantito per legge ed evitare tutte le flessibilità previste dal Jobs Act, che subirà molte modifiche anche se non sarà abolito del tutto. L’articolo 18, tuttavia, ritornerà sugli altari. Ma al nostro giovane sarà consentito pure di evitare il fastidio di lavorare, grazie a un reddito di cittadinanza (di 780 euro al mese) o di dignità (di 1.250 euro mensili se deciderà di sposarsi  e di avere un figlio). Non dovrà preoccuparsi della pensione, perché la riforma Fornero sarà o abolita o evirata. Comunque, potrà contare su di un trattamento pensionistico minimo di mille euro mensili (un importo che corrisponde ora a quello della pensione media al netto delle tasse). Se poi avrà il cattivo gusto di lavorare e percepire una retribuzione, si avvarrà della flat tax, con un’aliquota pari, nel peggiore dei casi, al 23 per cento (sempreché Matteo Salvini non riesca a imporre il 15 per cento). Ovviamente, non pagherà il canone tv: “Non si interrompe un’emozione” per banali motivi di soldi, quando si gode di un attimo di relax nell’appartamento esente da imposte.

Giuliano Cazzola

 

Al direttore - Non c’è due senza tre? Già in due casi in passato la mitica procura di Milano aveva indagato di fatto per mesi su Berlusconi prima di farlo formalmente. Era accaduto nel 1994 per le tangenti alla GdF e nel 2010 per Ruby. Potrebbe ri-succedere per la compravendita del Milan. Non mi stupirei perché la ritardata iscrizione nel registro degli indagati non è a pena di nullità. La norma prevede solo un procedimento disciplinare per il pm. Fatto mai avvenuto. Non c’è due senza tre? Chi vivrà vedrà. Dopo il 4 marzo. Ovvio.

Frank Cimini

Vero. Così come è vero che alla procura di Milano, al di là della storia del Milan, da qualche mese a questa parte c’è una nuova aria quando si parla di Berlusconi. E in passato una smentita così forte come quella arrivata da Francesco Greco sarebbe stata inimmaginabile – un tempo, al massimo, avrebbero lasciato correre e non avrebbero tolto neppure per un giorno le castagne dal fuoco al ex Caimano. L’indagine però non c’è, magari un domani ci sarà, ma quel che al momento c’è è una notizia sulla procura di Milano che riguarda il Cav. smentita dalla procura di Milano. Il resto poi si vedrà.

 


 

Al direttore - Sindacati e buonsenso. Da noi l’impostazione ideologica marxista ha ridotto il nocciolo delle relazioni industriali al binomio politico: padroni contro lavoratori e viceversa. Ha prodotto l’anomalia nativa di diverse tutele e trattamenti tra due lavoratori con identiche mansioni a seconda che fossero pubblici o privati. Basta pensare alla inamovibilità sostanziale e a vita, dei primi rispetto ai secondi. I segnali sono da seguire con attenzione e con speranza. Il problema è: come incoraggiarli, farli sviluppare? Una inversione culturale è un processo da maneggiare con molta cura, impegno, senso della misura e, non può realizzarsi dalla sera alla mattina. Affaire Ilva: nacque pubblico, sprofondò nell’inefficienza pubblica. Tutto il resto, in chiave con l’ideologia.

Moreno Lupi

 


 

Al direttore - Non sono un fan di Trump e non avrei certo votato per lui se avessi avuto la cittadinanza americana (ma neppure per la Clinton). Qualche sera fa, però, guardando la tv sono rimasto letteralmente disgustato vedendo Giovanna Botteri che, con incontenibile gioia, informava gli spettatori che le vendite del libro di Michael Wolff, “Fire ad Fury”, erano salite alle stelle. Si può fare il tifo in privato ma chi riveste un ruolo pubblico deve mantenere un contegno sobrio e distaccato. La Botteri colpisce particolarmente giacché da storica femminista compare sempre senza trucco e da vecchia contestatrice (c.s.) ha sempre l’aria cupa di chi è incacchiato col mondo capitalista in cui gli tocca vivere. Vederla  così raggiante, così sorridente (è la prima volta che ho visto il suo sorriso), così felice, mi ha colpito. E’ vero che de minimis non curat praetor ma talora anche fatti minimi, come questo, possono rivelare uno “stile di pensiero” e una political culture che, in Italia, sono quelli della mancata secolarizzazione della lotta politica. Un grande abbraccio.

Dino Cofrancesco

 

Si può non essere d’accordo con la versione di un giornalista ma siamo sicuri che esistono giornalisti davvero obiettivi? Ogni cronista ha il suo punto di vista, ogni giornalista ha la sua inquadratura. L’importante è non raccontare il mondo fingendo di essere super partes. Chiunque descrive qualcosa ha una parte in commedia. E questo vale anche se si rappresenta solo se stessi. I giornalisti che ammettono di essere portatori di un punto di vista e non fingono di essere terzi esprimono non una visione oggettiva ma una visione sincera. Per tutto il resto c’è l’Agcom. Un caro saluto.

 


 

Al direttore - Abbiamo letto con attenzione l’articolo dal titolo “Mistero Ministero” da voi pubblicato la scorsa settimana, che ha come oggetto il nuovo concorso per dirigenti scolastici. Meglio assumere qualche bidello in più, dice l’articolo, se il nuovo concorso non sarà capace di selezionare dirigenti scolastici “vivi” che “amano la scuola” e che “la vivono non barricati nel proprio ufficio”. Vogliamo rassicurarvi: siamo certi dell’amore dei dirigenti per la scuola. Perché oggi chi partecipa alla selezione che abbiamo bandito sa che la funzione dirigenziale scolastica è stata cambiata e rafforzata dalla legge 107 del 2015. Il dirigente ha un ruolo strategico. Risponde della complessa gestione della scuola che comprende aspetti pedagogico/didattici, amministrativi e organizzativi. Proprio per poter reclutare dirigenti in linea con queste responsabilità, i quesiti della prova preselettiva e delle prove scritte del concorso saranno incentrati su nove aree tematiche riguardanti l’organizzazione degli ambienti di apprendimento, i processi di innovazione della didattica, l’inclusione scolastica, l’innovazione digitale, elementi di diritto civile e amministrativo e di contabilità. Dopo un colloquio, la procedura si concluderà con un periodo di formazione e di tirocinio. Un percorso che richiede motivazione e certamente amore per la scuola. Ma naturalmente una comunità scolastica può assicurare un servizio di qualità solo attraverso tutte le sue componenti, quindi anche docenti e personale Ata. Per l’anno scolastico 2017/2018 è stata autorizzata l’assunzione di 6.260 unità di personale Ata, tra cui 3.655 collaboratori scolastici, quelli che chiamate bidelli. La legge di bilancio 2018 ha previsto un concorso pubblico per l’assunzione dei Dsga – direttori dei servizi generali e  amministrativi, coloro che coordinano le segreterie - entro il 2018. A breve la ministra Valeria Fedeli inoltrerà al Mef e al Dipartimento della Funzione Pubblica la quantificazione del fabbisogno di posti da bandire. Più che un mistero, tutti questi sono atti concreti per consentire alla scuola di funzionare al meglio.

Ufficio Stampa del ministro dell’Istruzione

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