I teorici della svolta moderata del M5s leggano questo post di Grillo

Tullio Osti

Al direttore - Trovo sorprendente che nessuno esamini a fondo la posizione dei 5 stelle riguardo all’Europa e alle sue istituzioni. Sembra che ci si accontenti delle affermazioni di Di Maio che ora in chiave elettorale si proclama europeista critico. Al parlamento Europeo i 5 stelle sono nel gruppo di Farage che sogna la distruzione dell’Europa. Conosciamo i fatti che definirei esilaranti dei 5 stelle che abbandonarono il Gruppo di Farage per aderire al gruppo ultra liberale e ultra europeo del belga dal nome impossibile. Il gruppo liberale tuttavia li respinse per cui si trovarono senza un gruppo e pertanto senza i contributi stanziati per i gruppi costituiti e riconosciuti. L’unica soluzione si dimostrò il ritorno nel gruppo di Farage. Farage non è uno stupido per cui pretese da Grillo e il suo gruppo di sottoscrivere un protocollo con tutti gli impegni anti europei di cui lui è la personificazione. Forse mi sono perso qualche passaggio, ma anche voi del Foglio mi sembra non commentiate questi fatti.

Tullio Osti

 

La posizione del 5 stelle, rispetto all’Europa, è molto chiara: Luigi Di Maio sogna il referendum sull’euro e nel caso in cui fosse possibile farlo davvero voterebbe sì all’uscita dall’Italia dall’Euro. A chi dice che le parole di Di Maio sono parole in libertà, a cui lo stesso candidato premier del 5 stelle in fondo crede fino a un certo punto, invitiamo a dare un’occhiata a questo link. Piccolo passaggio, per i teorici della svolta moderata grillina: “I collaborazionisti che hanno permesso questo sfacelo sono gli stessi che vogliono ancora la testa dell’Italia dentro il capestro dell’euro. Il ricatto a cui sottopongono gli italiani è il motivo per cui vengono mantenuti al potere dai burocrati della Troika. Non vogliono uscire dall’euro per preservare il loro potere. Non c’è un minuto da perdere! Fuori dall’euro per salvare le imprese!”. Per dimostrare la follia anti europeista e l’istinto irresponsabile dei grillini, prima ancora di Farage, forse conviene partire da qui.

 


 

Al direttore - In merito all’articolo di Alberto Brambilla su “Questioni di Interessi” e alla sua “ricostruzione alla moviola del balletto Etruria-Vicenza”, Rothschild precisa di non essere stata advisor della Popolare di Vicenza nella trattativa con Banca Etruria. La Popolare di Vicenza, per la trattativa con Etruria, era infatti assistita da Mediobanca. Dopo il rifiuto da parte di Banca Etruria dell’offerta per cassa da parte della Popolare di Vicenza, Mediobanca fu nominata advisor di Etruria. Se lei – come pensiamo, visto che si sta occupando da mesi di questo argomento – ha seguito con attenzione tutta la vicenda e non ultima l’audizione del dottor Ghizzoni del 20 dicembre, non può dare un’interpretazione come quella riportata sul Foglio sui ruoli degli advisor. La informo quindi che Rothschild, considerando quanto da lei scritto gravemente lesivo della sua reputazione, darà mandato ai propri legali per tutelare l’immagine della Banca nelle sedi competenti.

Alessandro Daffina, Amministratore Delegato Rothschild Italia

 

Prendiamo atto delle vostre precisazioni, con le nostre scuse per l’errore.

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