No a chi fischietta di fronte agli eversivi. Ancora in marcia contro la repubblica del no

Le lettere dei lettori al direttore del Foglio Claudio Cerasa

Al direttore - Aderisco alla marcia contro la repubblica del no: complimenti! Vengo da una famiglia di lunga tradizione progressista (Pci-socialdemocrazia), ma oggi questa è la divisione, non destra e sinistra. Grazie.

Lorenzo Guerra

  


    

Al direttore - Dopo il Sì al referendum, scegliamo il No ai veti.

Anna Maria Mori e Antonio Leone

  


  

Al direttore - Aderisco con piacere alla Sua iniziativa a favore dello sviluppo senza se e senza ma.

Bruno Bottiglieri

  

Grazie. A voi e alle migliaia di persone che ci stanno scrivendo in queste ore. Noi siamo in marcia. Contro la repubblica degli irresponsabili e i professionisti del no. Ci saranno novità. Continuate a scriverci qui: [email protected].

  


  

Al direttore - Caro Cerasa, magistrale il suo pezzo di ieri contro i gruppi Whatsapp dei genitori. Mutatis mutandis, lo stesso vale anche per i tanti gruppi Facebook dove si è trasferito il dibattito politico sugli operati delle amministrazioni, incluse quelle locali. Non credo serva un intervento ministeriale per contrastare questo auto-sindacalismo utile a solleticare l’ombelico di chi lo pratica, ma più cultura e riscoperta delle relazioni civili. Ma tant’è. Un cordiale saluto.

Gianluigi Maino, vicesindaco di Carugate

   


    

Al direttore - Caro direttore, io insegno musica e le mie lezioni sono individuali oppure ad ensemble cameristici. Ho fatto un po’ di gruppi Whatsapp di semplice servizio, comunicazioni ecc. con gli allievi (per i più piccoli sono i genitori). La cosa buffa è che i ragazzi non rispondono e non usano la chat, se non per leggere. Spero continueranno così anche quando saranno genitori. Per chi è in contatto con i ragazzi è evidente che il populismo scolastico esiste eccome. Questo perché l’esperienza (intesa sia come accumulo – e dunque competenza – sia come esperire) non è più un valore. Non sono però sicuro che gli unici colpevoli di questa deriva siano i genitori.

Silvio Righini

  


    

Al direttore - Dalla lettura del Corriere di questa mattina confesso di essere rimasto colpito dal tasso di antirenzismo oramai raggiunto dal più diffuso e autorevole quotidiano della borghesia italiana che mi ha ricordato un atteggiamento simile verso Berlusconi culminato con il famoso endorsement dell’allora direttore a favore di Romano Prodi suo avversario alle elezioni politiche. Oggi è possibile che i cosiddetti “poteri forti” nostrani, che di solito si manifestano attraverso la grande stampa, abbiano già digerito e quindi accettato una futura dittatura grillina in Italia? Se è così, allora è proprio vero che in politica al peggio non c’è mai una fine!

Vincenzo Covelli

   

Se mi consente, il problema non è l’anti renzismo. Il problema è che una classe dirigente che sceglie di essere neutrale di fronte a un partito eversivo, è una classe dirigente che ha già scelto di non considerare un pericolo un partito che vuole archiviare la democrazia rappresentativa. Abbiamo provato a spiegarlo in questi giorni a Ernesto Galli della Loggia (e al suo editore) e domani sera a “Otto e Mezzo” su La7 (sempre dello stesso editore) proveremo a rispiegarglielo ancora. Si duella con Galli della Loggia e forse ci divertiremo un po’.

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