La soluzione è facile: Panebianco al posto di Giletti. Dignità!

Al direttore - Ma dare “l’Arena” a Panebianco?

Giuseppe De Filippi

 

Sarebbe un sogno. Così come sarebbe un sogno se la Rai, di fronte a un Giletti che dice di aver lasciato la Rai perché “non potevo abdicare alla mia dignità”, rispondesse in un modo semplice, con la verità: “Addio Giletti, non potevamo abdicare alla nostra dignità”.

 

Al direttore - Le scrivo in merito all’articolo pubblicato sulle colonne del suo giornale a firma di Salvatore Merlo. Le ricordo che l’esercizio del diritto di cronaca e satira incontra i limiti previsti da consolidata giurisprudenza che si sostanziano nel rispetto della continenza, dell’interesse pubblico e della verosimiglianza della notizia. Inoltre, incombe sull’autore e sul direttore della testata un obbligo di vigilanza della veridicità e attendibilità delle fonti. Di seguito troverà il link del mio CV pubblicato sul portale del Comune di Roma in formato open data dove potrà verificare l’inattendibilità di quanto riportato nell'articolo in questione e la pagina in cui si evince l’incarico di docenza, quale professore a contratto, attualmente svolto presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale. Le notizie riportate ledono la reputazione umana e professionale, a tal fine diffido la sua testata alla rimozione online e alla rettifica sul quotidiano come previsto dall’art. 2 della legge n. 69 del 1963. Al fine di impedire ulteriori danni alla mia immagine, resto in attesa dell’avvenuta rettifica. Distinti saluti.

Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio Roma Capitale

 

Risponde Salvatore Merlo: “Il curriculum che ci ha inviato Andrea Mazzillo conferma esattamente quanto abbiamo scritto: non è un professore, uno di  quelli che hanno vinto un concorso da ordinario o associato. E’ un docente a contratto. Auguriamo all’assessore Mazzillo di fare, un giorno, la carriera che sogna. 

 

Al direttore - Dice Alessandra Ghisleri (ieri sul Corriere) che la “lista unitaria di centrodestra” potrebbe arrivare al 35,5 per cento alle prossime elezioni politiche. Ciò è possibile perché il Pd è in cattive acque dopo anni di governo inefficace e il M5s dimostra ogni giorno che un suo eventuale governo (vedi Roma) farebbe più schifo degli altri. Quindi, un centrodestra ritornato in auge per demeriti altrui. Ma tralasciamo quest’aspetto per un attimo. Cosa ci dice veramente questo sondaggio? Che gli elettori se ne fregano dei partiti ormai defunti. Come nel ’94, come nel ’96, come nel 2001, nel 2008, nel 2013 vogliono votare proposte contrapposte. Gli elettori non hanno voglia di “proporzionale”, come tutti i politici nostrani per curare il proprio orticello. Hanno voglia di scegliere tra più proposte. Hanno ancora voglia di scegliere il proprio leader. Più semplicemente, hanno voglia di maggioritario. Quindi, sarebbe il caso che la finiscano con queste leggi elettorali fatte a tavolino solo per fotografare la realtà attuale e non utili a generare governi. Ritorniamo al Mattarellum, ora! Revisioniamolo, rivediamolo… inseriamo un premietto scorporandolo dalla quota proporzionale, ma reintroduciamolo. E soprattutto, fateci votare il nostro deputato. Reintroduciamo l’unica legge elettorale non valutata incostituzionale negli ultimi 24 anni.

Vittorio Aldo Cioffi

 

Capisco il suo ragionamento, ma i sondaggi descrivono un mondo che al momento non esiste. Il listone del centrodestra è una formula algebrica in cui si trovano universi troppo distanti tra loro (Forza Italia e Lega) e che potrebbero trarre un giovamento elettorale solo andando da soli alle elezioni. Se Forza Italia va con la Lega, regala un’autostrada al Pd. E l’impressione che abbiamo qui è che il Pd, proprio per costringere Forza Italia ad andare con la Lega e avere così un’autostrada davanti a sé, non farà quello che Berlusconi chiede e che chiederà ancora dopo l’estate: una legge elettorale (modello tedesco) capace di rendere impossibili le coalizioni e le liste prima delle elezioni. Dunque, alla fine, si voterà con questa legge elettorale. Renzi andrà da solo alle elezioni e non aiuterà Berlusconi a liberarsi di Salvini, ma lo costringerà a scegliere da che parte stare. La traiettoria è questa, come conferma al Foglio oggi il ministro Martina. Ma non è detto, aggiungiamo noi, che sia la traiettoria migliore per garantire al paese una maggioranza capace di dire di no, con facilità. al partito del rutto.

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