Mattarella e il successo (possibile) sull'unica legge possibile

Al direttore - Non che avessimo bisogno di conferme, ma quando ho letto che secondo il gran capo in persona dei gesuiti, padre Sosa (sì proprio lui, quello che non molto tempo fa se ne uscì dicendo che nessuno sa ciò che Gesù ha detto veramente), il diavolo sarebbe una “figura simbolica” creata “per esprimere il male” (tradotto: non esiste), non ho potuto fare a meno di tributare un intimo quanto doveroso omaggio a quel gran genio di Baudelaire, che com’è noto coniò la celebre frase: “Il più bel trucco del diavolo sta nel convincerci che non esiste”. Ora, se una simile bestialità – che in epoche passate l’avremmo sistemata diversamente e senza ricorrere alla diavolina (ops) – se insomma una tale belluria l’avesse sparata un ateo mangiapreti o un seminarista al primo anno di Teologia (cosa per altro possibilissima visto l’andazzo della teologia contemporanea), chissenefrega; siccome però a dirla è stato il numero uno dei gesuiti, beh la cosa è un pelo diversa. E se tanto mi dà tanto, non oso immaginare che cosa ne pensi padre Sosa di concepimento verginale, incarnazione, resurrezione, inferno, immacolata concezione, ecc. In attesa della prossima puntata, se tante volte a padre Amorth, anche ora che giustamente si riposa, gli scappasse dal paradiso di fare una visitina all’improbabile successore di sant’Ignazio, gliene saremmo infinitamente grati.

Luca Del Pozzo

 

Al direttore - Le immagini ripetutamente trasmesse da ogni tivù circa i terribili momenti in cui si è scatenato il panico in piazza san Carlo, a Torino, con oltre 1.500 feriti, sono la manifesta testimonianza del disumano progetto dell’Isis: diffondere la paura. Basta un idiota che si proclami kamikaze o che lanci un petardo per provocare un pericolosissimo putiferio tra la folla. L’Isis è riuscito anche a centrare un altro diabolico obiettivo: fare proseliti dappertutto. Ciò significa che anche per l’Intelligence internazionale è arduo individuare il nucleo terroristico e le cellule organizzate. La notte di Torino sembrava solo concludersi con la figuraccia della Juventus, che stava incassando quattro gol dal Real Madrid. Lo scarso impegno dei giocatori bianconeri, chiamati invano a produrre una prova di alta qualità, non ha vanificato un anno di successi, lo ha però sporcato.

Fabio Sicari

 

Al direttore - La linea del giornale è chiara, direttore, e condivisibile in molti punti. Ma non credo che il modo migliore per non prendere sul serio la bolla grillina, sia quella consigliata, sebbene impossibile da evitare. La coalizione tra i competitori come strategia di contenimento, al posto della democrazia dell’alternanza tra forze di sistema, è proprio il miglior assist dato al populismo e ai temi superficiali e gretti tipici della loro propaganda. Non sfuggono le condizioni generali, sono quel che sono, mi illudo però che un giorno possano partecipare alla competizione politica schieramenti reciprocamente riconosciuti, nei quali la linea politica sia di chi ha scalato il vertice con uno dei metodi della democrazia, comprese le primarie legalmente istituite. Potrà mai una riforma costituzionale mettere in moto questo processo?

Mario Patrizio

 

La prossima legislatura sarà (parola orrenda) una legislatura costituente. Se il sistema proporzionale può avere un senso, questo è l’unico senso possibile: non rinunciare a vivere per sempre con un sistema elettorale come quello che sta per essere approvato, ma raddoppiare la posta, nella prossima legislatura, e riscrivere la Costituzione in modo condiviso, portando il paese dalla Prima Repubblica direttamente alla Quinta. Ci ritorneremo. Intanto però, pur essendo la peggiore delle leggi possibili, al presidente Mattarella sta riuscendo un piccolo miracolo: far approvare l’unica legge elettorale possibile in tempi rapidi da tutte le principali forze politiche. Non male, no?

 

Al direttore - Con riferimento alla prossima legge elettorale, Di Maio dixit: “Chi spinge il bottone verde vota per il cambiamento chi spinge quello rosso è per il no”. Sono sicuro che neanche l’indimenticato Catalano dei mitici “Quelli della notte”, il programma televisivo degli anni Ottanta che riuscì a divertire l’intero paese, sarebbe stato capace di arrivare a tanto nel dire ovvietà del genere.

Vincenzo Covelli

Al direttore - Prendendo spunto dal Mario Sechi di oggi. Olim, il Qatar sarebbe stato da tempo cancellato dalle carte geografiche, occupato militarmente e le sue risorse energetiche gestite da un pool di vari soggetti. Ma partendo dal presupposto che le “sette sorelle” fossero uno sconcio economico/politico e il colonialismo la sentina degli egoismi nazionali e lo Scià di Persia un losco figuro da eliminare, poi, non si scappa: se crediamo d’aver imboccato la strada giusta, lastricata di nobili intenzioni, non possiamo far finta che quello che n’è derivato possa sfuggire al’implacabile “tutto si tiene”. Iran docet. Si torna al core del problema: piaccia o no, il mondo attuale, che sembra ci faccia schifo, ce lo siamo costruiti da soli, noi tutti. Quelli che guidavano e quelli che seguivano. L’eterna inesorabile lotta per il potere. Tale rimane: comunque si tenti d’infiocchettarla. Personalizzare è istintivo, ma rifarsi sempre alle colpe “degli altri, non fa fare un passo avanti.

Moreno Lupi

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