Urne subito o governicchio, cosa serve davvero all'Italia. Ancora sul lodo Foglio

Chi ha scritto a Claudio Cerasa il 9 dicembre

Al direttore - Che poi come forse saprete l’ideogramma cinese che rappresenta la parola crisi vuol dire anche “e mo so’ cazzi vostri”.
Giuseppe De Filippi

Al direttore - La sinistra del Pd avrebbe preso una posizione così netta contro la riforma costituzionale se non avesse avuto segnali rassicuranti dal Quirinale? Non ci sono dubbi sull’evoluzione della crisi: un governo che all’inizio verrà caratterizzato come di “scopo” ma che si prolungherà mese dopo mese fino alla fine della legislatura. Renzi verrà rosolato a fuoco lento e forse si ricorderà con rammarico del nome che Berlusconi gli aveva suggerito per la presidenza della Repubblica.
Umberto Bardoscia

 

Al direttore - Il nostro No non era, per citare il fondatore, contro “il cambiamento delle regole e la loro semplificazione” in generale, ma contro le specifiche modifiche volute/imposte da Renzi. Noi siamo per il cambiamento, come dimostrano la nostra storia e anche il fatto che siamo stati gli unici a proporre un modello di nuova Costituzione durante la campagna referendaria. Ora si tratta di vedere cosa serve all’Italia. E’ più utile un altro periodo di campagna elettorale, ultra divisiva, della durata di almeno altri quattro mesi o un governo che affronti le sfide che ci sono, da Mps ai migranti, dalla probabile manovra correttiva necessaria a marzo alle centinaia di decreti attuativi pendenti per rendere operative le leggi? Cameron, causa l’esito del referendum sulla Brexit, si è dimesso. I conservatori hanno fatto un nuovo governo, mica hanno chiamato al governo il Labour o Farage. Chi ha la maggioranza ha l’onore e l’onere di governare e di decidere per il bene del paese. Anche in tempi difficili, anche dopo una bruciante sconfitta.
Antonio Palmieri, deputato Forza Italia

 

Al direttore - Volendomi prendere la libertà di usare il “tu” per ragioni di verosimile coincidenza anagrafica, parlando volutamente da giovane uomo a giovane uomo, non credi che – risultato referendario alla mano – l’unica prospettiva vincente per il centrodestra italiano sia un’alleanza programmatica e duratura con il Pd (magari “depurato” dalle figure che facevano politica già prima che cadesse il Muro di Berlino)? Lo dico non per calcolo, ma per visione. Un’alleanza riformista, sganciatasi rispettivamente da Cgil e Salvini, per il nostro futuro e quello del paese, senza che ciò sia nostalgia morotea e dorotea.
Rolando Favella

 

Al direttore - Diciamo la verità, il sistema elettorale puro accontenta i molti che vogliono votare subito, ma è anche l’unico modo per sbarrare la strada ai grillini.
Lorenzo Lodigiani

 

Se vuoi votare subito, si fa così. Se vuoi far finta di votare e in realtà ti stai impegnando solo per un governo pasticciato allora è normale prendere tempo. Basta non prendersi in giro però.

 

Al direttore - Il problema è uno solo: la qualità e il livello delle informazioni giornalistiche della tv pubblica non è che sono di eccellenza. Lo stesso dicasi delle tv private, ma quest’ultime non fanno pagare il canone. Poi sugli apparati della tv pubblica velo pietoso.
Giovanni Attinà

 

Al direttore - Comunque dai, finirà così: un anno di politica grigia e noiosa per arrivare in autunno alle elezioni. Renzi, per sopravvivere alla batosta, deve farsi da parte per un po’ (anche se per Sgarbi lui è il vero e solo vincitore del referendum); ci sarà un governo Di Maio (che io voterò); torneremo un po’ a divertirci. Poi si spera in un ritorno di Renzi. Oppure lo mettono a fare opposizione. Sarebbe bello riuscire a sopravvivere alla noia intanto.
Riccardo Rossetti

 

Al direttore - Piuttosto che passare al Consultellum anche alla Camera, un’operazione molto più semplice sarebbe fare una leggina di poche parole per ripristinare la legge precedente alle attuali. Il Mattarellum, in nome del capo dello stato. Cordiali saluti.
Vittorio Aldo Cioffi

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