Marine Le Pen (foto LaPresse)

Tutti partigiani contro la Le Pen

Umberto Silva

Profetizzare, lì sulla chaise-longue, la vittoria del Front National alla prossima tornata

“Si accomodi sulla chaise-longue e parli a volontà”. “Grazie Professore. Sono qui perché da un po’ di giorni sento qualcosa in me che vorrei fosse un po’ anche in lei e in tutti quanti. Sempre che già non lo sia, come ho motivo di pensare”. “Dica pure, l’ascolto”. “Come tanti anch’io ho desiderato la vittoria della Le Pen. Non lo dicevo a nessuno però in cuor mio lo speravo”. “E così lei ha votato Le Pen”. “Niente affatto, domenica sono partito per la mia casa di campagna, mi faceva orrore l’idea di andare a votare Marine Le Pen, però speravo che tanti non mi dessero ascolto e la votassero”. “Vuol dirmi che lei è bipolare?”. “No, sono solo annoiato, e con Macron temo altri anni di noia al pari di Hollande con la coda a cediglia che non ciò voglia di mettergli, e però alcuni lati divertenti li aveva, la storia delle donne ad esempio. Anche la santificazione del poliziotto gay con la faccia da bravo ragazzo d’altri tempi mi ha fatto molto ridere”. “Rideva in cuor suo?” “Veramente ridevo con gli amici al bar”. “Perché desiderava la vittoria di Le Pen?”. “Per far casino, saremmo diventati tutti partigiani, divertendoci un mondo, nascondendoci, sparacchiando qua e là, tutti allegri”. “Tutti chi?”. “Tutti quelli che hanno votato Le Pen per diventare partigiani, che so, i comunisti. “Avrebbe distrutto la Francia?”. “Sì, e forse anche tutta l’Europa, avremmo fatto la rivoluzione. Putin, ecco, sarebbe arrivato Putin a far baldoria”. “E non le sembra un disastro?”. “Ma sì, un pochino, chissenefrega, meglio così”. “Non le sembra che il mondo sia fin troppo disastrato?”. “Certo che lo è, ma può esserlo di più e soprattutto meglio, mi capisce?”. “Veramente no”. “Capirà”. “Intanto però Le Pen ha perso”. “Ha vinto. Se vinceva adesso era una sconfitta, non avrebbe saputo cosa fare, sarebbe finita in galera. Perdendo ha acceso un grande lume, tutti speriamo che a poco a poco mandi tutti in vacca, Macron e i suoi. E tenga presente che Macron mi è simpatico, mi piace quel suo modo di fare, mi piace sua moglie, sono una bella coppia. Quindi Le Pen prima o poi vincerà. Vincerà la prossima volta, tutti i dittatori vincono alla seconda, tutto è già predestinato”. “E lei farà il partigiano”. “Sì, insieme alla Grecia alla Scozia e a un gruppetto di italiani. Ci divertiremo”. “Mélenchon ha tradito?”. “Mélenchon sarà metà dei nostri e metà della Le Pen, come di consuetudine. Sarà bello, ci sarà Vichy e i partigiani”. “E Hitler”. “Nessun Hitler, la Pen lo detesta, diverrà fin troppo buona, per questo dopo quattro anni la manderanno in cucina e si penserà ad altro. Che noia, non è più il tempo delle Torri Gemelle, là si rideva”. “Vuol dire che c’era chi rideva di tante vittime”. “Ma sì, tutti i cinesi, musulmani, indiani, i cattivi europei, i nemici insomma, e gli altri facevano finta di piangere ma intanto era un gran bello spettacolo, finalmente, la mia cameriera, il dentista, tutti tutti davanti alla tivù, un gran bel film. Il mondo stava per esplodere, la sola parola Torri Gemelle faceva impazzire i senegalesi. Poi vennero gli intellettuali, il top”. “Cioè?”. “Gli intellettuali dissero che erano stati gli americani a fare esplodere le torri. Si rise per un altro bel po’. Pensa che io sia pazzo, Professore? Non è così, voglio solo divertirmi. E l’unico modo è quello di mandare tutto alla malora. Che vuole farci, siamo fatti così. Non tutti. Cresceremo, vedrà. Ma intanto mi dica che tipo sono, me lo dica in faccia. Pensa che io sia un cinico senza scampo? Sbagliato professore! Non lo sono affatto, c’è qualcosa che sempre mi fa piangere, ma un piangere talmente forte che al vederlo anche lei piangerebbe, mi creda”. “Di che si tratta?”. “La regina Elisabetta d’Inghilterra; quando penso a lei che si dimette dopo così tanti anni vedo tutti gli inglesi, di ogni parte, piangere, e anch’io piango, ma senza aspettare che la regina si dimetta, piango per lei ogni giorno, anche tre quattro volte mi sgorgano le lacrime, e mi chiedo perché, e canto e piango. Canto qualcosa che ho arrangiato su un motivo famoso di Madonna, canto Non piangere per me mia regina. Come giudica questa mia stranezza?”. “Io non giudico, ascolto”. “Il peggiore di tutti, lo sapevo, non avrei dovuto parlarle, ora lei mi giudicherà, eccome se mi giudicherà! Ho fatto male a venire da lei, lei è uno di quelli che non perdona. Ho detto due o tre cose così, tanto per rallegrarci, e lei già pensa alla mia paranoia”. “Penso alla regina, penso che anch’io piangerò quel giorno”. “Piangeranno tutti quel giorno, li sento già, i cinesi come i marocchini, i russi come gli argentini. Anche quelli che non sanno niente di Lei, nemmeno chi sia, verseranno le lacrime”. “Sì, piangeremo tutti e mai sapremo perché. Ora vada, il tempo è scaduto e la sua vista mi è insopportabile”.

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