La grande fatica del capitalismo italiano

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Financial Times, Figaro, Echos, Sueddeutsche Zeitung

Italia: il "tedeschellum" non basta a fare il modello tedesco

 

Berlino, 31 mag - (Agenzia Nova) - I principali partiti politici italiani hanno trovato un'intesa sull'adozione di una nuova legge elettorale proporzionale ispirata al modello tedesco, ma con una soglia di sbarramento del 5 per cento. Il parlamento potrebbe approvare la riforma entro luglio con l'accordo del Partito democratico e di Forza Italia, il partito dell'ex premier Silvio Berlusconi; in tal caso, gli elettori tornerebbero probabilmente alle urne già nel mese di settembre. In molti attribuiscono all'adozione di una legge elettorale sul modello tedesco una svolta della politica italiana all'insegna della governabilità; secondo la "Sueddeutsche Zeitung", però, si tratta di un'aspettativa infondata. La cultura politica di un paese, scrive il quotidiano, non cambia nell'arco di una notte, e una legge elettorale proporzionale con una soglia di sbarramento al 5 per cento (in Germania è dell'8, ndr) non bastano a fare il “modello tedesco”. Sarebbe necessaria una revisione costituzionale dell'assetto istituzionale dello Stato, sottolinea il quotidiano, che evidenzia i maggiori poteri del cancelliere tedesco rispetto a quelli del premier italiano, la differente distribuzione delle competenze tra Bundestag e Bundesrat - laddove in Italia vige il bicameralismo perfetto - e soprattutto, l'assenza in Italia di un sistema di "sfiducia costruttiva" a tutela della stabilità delle maggioranze. Il Bundestag, ricorda il quotidiano, può sfiduciare il governo in carica, ma solo a patto di aver già i numeri per concedere la fiducia ad un nuovo esecutivo. Nell’attuale panorama politico italiano, prosegue l'analisi, le principali formazioni politiche sono almeno tre, e nessuna pare in grado di raggiungere il 40 per cento; inevitabile dunque un governo di coalizione; un esito comune nei sistemi di tipo proporzionale, ma complicato nel contingente scenario italiano dalle profonde differenze politico-ideologiche tra i vari partiti. Non va inoltre dimenticato - sottolinea la "Sueddeutsche Zeitung" - l'Italia ha già vissuto una lunga stagione con il proporzionale, durato sino al 1993, e l'avvicendamento degli esecutivi, in quegli anni, è stato ancor più frequente di quanto non sia oggi. Più importante della legge elettorale, conclude l'editoriale, sarebbe una differente cultura politica, maggior pragmatismo e apertura al compromesso. La cultura politica, però, non può essere cambiata per legge.

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Italia: verso elezioni in autunno

 

Parigi, 31 mag - (Agenzia Nova) - Si profila in Italia un accordo tra i principali partiti politici per adottare una nuova legge elettorale basata su un sistema proporzionale alla tedesca ed andare ad elezioni anticipate in autunno. La scadenza naturale dell'attuale Parlamento italiano è all'inizio del 2018, ma l'ipotesi di elezioni anticipate è stata più volte evocata dopo la cocente sconfitta patita dall'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi nel referendum costituzionale dello scorso dicembre: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, finora si è opposto ad una tale ipotesi esigendo un quadro normativo chiaro prima di dissolvere il Parlamento. Ora, dopo mesi di trattative, sempre proprio che un un accordo sia stato trovato sul modello proporzionale tedesco tra i quattro principali partiti italiani: il Partito democratico (Pd) di Renzi, il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, Forza Italia di Silvio Berlusconi e la Lega nord di Matteo Salvini.

 

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Le parole di Draghi e l'ipotesi di elezioni in Italia spingono l'euro al ribasso

 

Londra, 31 mag - (Agenzia Nova) - L'euro, riferisce il "Financial Times", ha faticato a restare sopra la quota di 1,2 dollari dopo le ultime dichiarazioni, in un'audizione al Parlamento europeo, del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, per il quale l'eurozona, nonostante la ripresa, ha ancora bisogno di uno "straordinario sostegno monetario". Le sue parole, unite alle ipotesi di elezioni anticipate in Italia e alle rinnovate preoccupazioni per il debito della Grecia, hanno spinto la moneta a un ribasso dello 0,5 per cento, fino a 1,1106 dollari. Sotto pressione anche i buoni del Tesoro decennali italiani, col rendimento salito di due punti base al 2,2 per cento.

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La grande fatica del capitalismo italiano

 

Parigi, 31 mag - (Agenzia Nova) - Il quotidiano economico francese "Les Echos" oggi mercoledì 31 maggio pubblica un reportage in cui il suo corrispondente da Roma, Olivier Tosseri, analizza lo stato attuale del capitalismo italiano: secondo l'autore, la struttura familiare che ne ha fatto la prosperità sta mostrando la sua fragilità dopo la crisi del 2008 e la rivoluzione tecnologica; in mancanza di un processo di successione codificato, come conseguenza molte imprese rischiano di passare sotto il controllo straniero.

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Ilva: da 5.800 a 6.400 esuberi

 

Parigi, 31 mag - (Agenzia Nova) - I due piani di rilancio dell'industria siderurgica italiana Ilva presentati al governo prevedono da 5.800 a 6.400 esuberi: lo hanno reso noto ieri martedì 30 maggio i sindacati dei lavoratori al termine dell'incontro avuto con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e con i commissari straordinari che attualmente gestiscono la società. I due piani sono stati presentati dal consorzio Am Investco Italy costituito dal gigante mondiale dell'acciaio ArcelorMittal in collaborazione con il gruppo italiano Marcegaglia, e dal consorzio AcciaItalia che attorno al gruppo indiano Jindal South West Steel vede il produttore italiano di acciai speciali Arvedi, la Cassa depositi e prestiti e Delfin, la holding dell'uomo d'affari Leonardo Del Vecchio. A quanto risulta, i commissari privilegerebbero l'offerta di Am Investco Italy; ma i sindacai hanno denunciato come "inaccettabili" entrambi i piani di riduzione dei posti di lavoro.

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Panorama internazionale


 

Germania: parziale retromarcia del ministro Gabriel dopo le dure accuse mosse al presidente Usa Trump

 

Amburgo, 31 mag - (Agenzia Nova) - Il ministro degli Esteri tedesco, Sigmar Gabriel (Spd), ha provato ieri a correggere le durissime critiche mosse all'amministrazione del presidente Usa Donald Trump, che questa settimana ha accusato di irresponsabilità e di aver indebolito l'Occidente. “È vero che lo stato delle relazioni tra Stati Uniti e Germania è difficile”, ha detto il ministro ieri a Berlino, “ma gli Stati Uniti sono più vecchi e più grandi rispetto alla contingente situazione conflittuale, e credo torneremo a buone relazioni in futuro”. Le parole del ministro sono parse comunque un nuovo attacco a Trump, che Gabriel ritiene evidentemente un "incidente di percorso" della politica Usa. Gabriel ha ammesso però che gli esponenti del governo tedesco sono stati inappropriati nei toni e nelle circostanze dei duri attacchi rivolti alla Casa Bianca. “Non dovremmo parlare fra noi tra un tendone di birra e un tweet”, ha detto il ministro: un chiaro riferimento al cancelliere Angela Merkel e alle sue lapidarie dichiarazioni sullo stato delle relazioni bilaterali pronunciate domenica, sotto il tendone di un festival della birra a Monaco di Baviera. Ma anche allo stesso Trump, che era tornato a scagliarsi via Twitter contro l'eccessivo surplus commerciale della Germania e il suo scarso contributo economico alla Nato. Il leader dell’Spd, Martin Schulz, ieri ha però calcato le parole del ministro degli Esteri, definendo Trump “un distruttore di tutti i valori occidentali, come non si era mai sperimentato prima in questa forma”. E' evidente, secondo la "Frankfurter Allgemeine Zeitung", che i Socialdemocratici tedeschi intendono calcare lo scontro frontale con il presidente Usa a fini elettorali. “È comprensibile che l’Spd lo faccia”, commenta il politologo Gero Neugebauer, dal momento che secondo i sondaggi l’80 per cento dei tedeschi giudica negativamente il presidente statunitense.

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Francia, lo scandalo del ministro Ferrand è la prima prova del quinquennato di Macron

 

Parigi, 31 mag - (Agenzia Nova) - Uno scandalo scoppiato nel peggior momento possibile: così il quotidiano progressista francese "Le Monde" definisce le polemiche scoppiate intorno al ministro della Coesione territoriale Richard Ferrand, accusato di aver fatto ottenere a diversi suoi parenti dei contratti di favore sia quando era direttore generale della società mutualistica Mutuelles de Bretagna che successivamente alla sua elezione nel 2012 all'Assemblea Nazionale. Per il neo eletto presidente Emmanuel Macron, scrive il "Monde", si tratta della prima dura prova da superare: lo scandalo infatti sta minando la sua strategia che puntava alla moralizzazione della vita pubblica francese come cavallo di battaglia per ottenere una maggioranza parlamentare alle elezioni legislative dell'11 e 18 giugno prossimi. Ufficialmente la linea del governo non è cambiata dallo scoppio dello scandalo, la scorsa settimana: in assenza di rilievi penali nella vicenda, il partito presidenziale La République en Marche (Lrem) non intende abbandonare Ferrand, che ne è segretario generale e fu il primo deputato socialista a sostenere Macron diventandone poi un indispensabile "braccio destro". Lo ha ribadito ieri sera martedì 30 maggio lo stesso primo ministro Edouard Philippe sulla rete tv pubblica "France 2": "Si", Ferrand può restare ministro; a condizione però, ha aggiunto il premier, che la magistratura non decida di metterlo sotto accusa, perché il quel caso "un ministro dovrebbe dare le dimissioni, su questo non c'è alcuna ambiguità". Le rivelazioni sul ministro Ferrand però si susseguono ed ormai preoccupano l'Eliseo, dove si è "coscienti della esasperazione dei francesi" nei confronti del malcostume della classe politica. Da parte sua Macron finora è rimasto muto sul caso Ferrand: il presidente gode di un vero e proprio "stato di grazia" presso l'elettorato e spera col suo silenzio sulla vicenda di allontanare da sé l'ombra dello scandalo. Resta però da vedere se questa tattica avrà successo: Macron ha condotto l'intera sua campagna elettorale stigmatizzando le vicissitudini giudiziarie dei suoi principali avversari, Francois Fillon e Marine Le Pen, e presentandosi come portatore di un'etica pubblica rinnovata ed in rottura radicale con il passato; una rivendicazione che ora lo scandalo Ferrand rischia di rendere assai poco credibile.

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Dopo la Brexit il Regno Unito dovrà rinegoziare almeno 759 trattati

 

Londra, 31 mag - (Agenzia Nova) - Una ricerca del "Financial Times", in primo piano sul quotidiano, rivela che il Regno Unito dovrebbe rinegoziare almeno 759 trattati con 168 Stati dopo la Brexit: centinaia di migliaia di pagine che regolano quasi ogni funzione esterna di una moderna economia, dai piani di volo verso gli Stati Uniti al commercio di suini con l'Islanda alla pesca in mari lontani. Il giorno dell'uscita dall'Unione Europea, la Gran Bretagna sarà fuori da tutti gli accordi con i "paesi terzi"; ciò significa che si aprirà un vuoto giuridico in settori chiave delle relazioni commerciali.

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Sturgeon fa un passo indietro sulla richiesta di un secondo referendum sull'indipendenza scozzese

 

Londra, 31 mag - (Agenzia Nova) - Il Partito nazionale scozzese (Snp), riferisce la stampa britannica, ha presentato il suo programma di governo in vista delle elezioni politiche del Regno Unito, che si terranno l'8 giugno. La leader e prima ministra della Scozia, Nicola Sturgeon, ha dichiarato che solo l'Snp è in grado di opporre resistenza ai conservatori, che probabilmente continueranno a governare nonostante il recente calo nei sondaggi sulle intenzioni di voto. Il partito punta su politiche progressiste con un welfare più generoso finanziato da aumenti delle tasse. Alla questione del secondo referendum sull'indipendenza della nazione costitutiva, invece, è stata data meno enfasi nella campagna elettorale: "Questa elezione non deciderà se la Scozia sarà indipendente o no. Ma un voto per l'Snp è un voto per rafforzare il diritto del Parlamento scozzese di decidere quando un referendum sull'indipendenza dovrebbe tenersi", ha spiegato Sturgeon.

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Putin agli Ooccidentali: "Smettetela di inventare una immaginaria minaccia russa!"

 

Parigi, 31 mag - (Agenzia Nova) - All'indomani del tempestoso faccia-a-faccia di Versailles con il nuovo presidente francese Emmanuel Macron, il presidente russo Vladimir Putin ha concesso un'intervista esclusiva al quotidiano "le Figaro" che oggi, mercoledì 31 maggio, ne pubblica i punti salienti: dopo aver fatto il punto sulle divergenze che oppongono la Russia all'Occidente nei conflitti in Ucraina ed in S‏iria, nell'intervista il leader del Cremlino definisce come "fantasie" le supposte ingerenze russe nelle elezioni statunitensi e francesi ed esorta le leadership occidentali a "smetterla di inventare favole su una immaginaria minaccia della Russia".

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