Seul e Pyongyang si parlano, Trump sta a guardare

Giulia Pompili

Il rappresentante nordcoreano al comitato olimpico avrebbe detto che la Corea del nord è propensa a partecipare alle Olimpiadi invernali

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IN PRIMO PIANO: SEUL E PYONGYANG SI PARLANO!

 

Sembra ci sia la conferma. Il rappresentante nordcoreano al comitato olimpico avrebbe detto che la Corea del nord è propensa a partecipare alle Olimpiadi invernali. Lo riporta l'agenzia di stampa giapponese Kyodo News. Partecipare, per la Corea del nord, significa inviare la coppia di pattinatori che si è qualificata per la gara. Perché è così importante la notizia? Perché inizia a mostrarsi più netta la differenza tra le varie posizioni politiche da adottare con/contro la Corea del nord.

 

Per aprire alla partecipazione nordcoreana, Seul e Pyongyang hanno riaperto il canale di comunicazione sul 38° parallelo, la famosa hotline che era stata sospesa dopo la chiusura del complesso industriale congiunto di Kaesong, nel febbraio del 2016. Ieri è arrivato un fax da parte di Pyongyang nel quale la Corea del nord accettava l'invito della Corea del sud a riattivare dei colloqui ad alto livello, il primo dei quali si terrà il 9 gennaio. Non succedeva dal dicembre del 2015.

 

L'apertura da parte della Corea del nord potrebbe venire dal fatto che Seul, già da qualche tempo, aveva detto di essere disposta a tutto pur di ricominciare a dialogare con il Nord. Per esempio, il presidente Moon Jae-in aveva convinto gli Stati Uniti a rimandare le esercitazioni militari congiunte, almeno per il periodo delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi.

 

Da sempre Moon Jae-in è a favore di una politica di colloquio con il Nord, soprattutto perché gli affari nordcoreani, secondo la maggioranza dei sudcoreani, sono affari della penisola, e lì vanno risolti.

 

Il governo del primo ministro Shinzo Abe, invece, vorrebbe più isolamento. Lo dimostra questo editoriale dello Yomiuri shinbun, quotidiano conservatore, che dice: va bene, parlatevi, ma questo non significa che la pressione internazionale nei confronti di Pyongyang debba diminuire. In tutto questo l'America di Trump, quello di "fire and fury" contro la Corea del nord, è costretta a stare a guardare. (evitiamo del tutto l'argomento "il mio bottone nucleare è più grosso del tuo" perché c'è ben poco da dire).

 

Piuttosto adesso, il problema, è che qualunque cosa venga offerta alla delegazione nordcoreana potrebbe essere una violazione delle sanzioni economiche internazionali.

 

Intanto la Corea del nord ha inaugurato in questi giorni il suo secondo resort sciistico, quello di Kanggye, nella provincia di Jagang, a una cinquantina di chilometri dal confine cinese. Il Kanggye è stato costruito in meno di un anno. Come unità di misura della velocità di costruzione - riporta Nk News - ormai si usa la "velocità Masikryong". Il Masikryong resort è il moderno impianto sciistico inaugurato nel 2013 da Kim Jong-un, costruito in sei mesi.

 


LA SETTIMANA


 

PENISOLA COREANA 

Nessuna grande novità dall'interno dei confini nordcoreani, a parte le belle immagini del Capodanno, come ogni anno. La quiete è data soprattutto da questo momento di apertura strategica. Quindi, se volete leggere qualcosa, il solito Andrei Lankov  - che sulle cose nordcoreane va letto come la Bibbia - dice la sua sui giornalisti stranieri che vanno in Corea del nord.

 

Il Diplomat (Ankit Panda in particolare, uno dei migliori) ha fatto uno scoop su un evento avvenuto il 28 aprile del 2017, quando la Corea del nord si sarebbe colpita da sola, con un missile.

 

Da qualche giorno si parla di un documento segreto, che sarebbe arrivato nelle mani della stampa americana, secondo il quale la Cina avrebbe acconsentito alle sanzioni economiche contro la Corea del nord solo per una questione di facciata. In realtà, non avrebbe nessuna intenzione di sospendere gli aiuti e il commercio con Pyongyang (qui lo racconta per bene Cecilia Attanasio Ghezzi per Lettera43). Ovviamente la Cina smentisce tutto.

 

Il 61 per cento dei sudcoreani non considera gli stranieri che lavorano in Corea membri della società.

 

Così un negozio di sex toys (che fino a poco tempo fa si chiamavano ancora "marital aid") a Gangam si sta trasformando nel simbolo di un cambiamento nella sessualità coreana. La storia di N.19

 

Voi che vi lamentate delle buste biodegradabili a pagamento. A Seul da qualche tempo è vietato portarsi il caffè sugli autobus. Eppure è la città più a misura di turista che esista: Cheonggyecheon, per esempio, è la prima via che conosce quasi tutte le lingue del mondo.

 

GIAPPONE

Dopo il video del famoso YouTuber Logan Paul (che ha spiegato qui Eugenio Cau) in Giappone si riparla di suicidi. Più che altro della Foresta dei suicidi. Motoko Rich è andata a fare una passeggiata lì, anche per capire i numeri dei suicidi in Giappone, sempre molto alti (17,3 per cento ogni 100 mila persone nel 2016). Il reportage, qui.

 

Il governo di Shinzo Abe ha chiesto spesso alle grandi compagnie di aumentari i salari almeno del 3 per cento. Tutte facevano orecchie da mercante. Ora qualcosa inizia a cambiare.

 

"Gli agricoltori resistono alla riforma agricola, gli insegnanti a quella dell’Istruzione, i tassisti a Uber, per fare alcuni esempi". Ieri sul Foglio abbiamo pubblicato il "Tra Virgolette" di un commento di Shigeo Kashiwagi, economista della Keio University di Tokyo, ex direttore esecutivo per il Giappone del Fmi e della Banca di sviluppo asiatico, apparso sulla Nikkei Asian Review. La tesi di Kashiwagi, detto molto semplicemente, è che (anche) "il Giappone dei no" sta frenando l'economia – lo leggete integralmente qui.

 

Il Giappone ha stretto un patto con l'India per tornare sulla luna. E di per sé non sarebbe male come progetto spaziale. Se non fosse che, come al solito, tutto è costruito in chiave anticinese, scrive il Financial Times.

 

E' morto a 88 anni Tatsuro Toyoda, il figlio del Fondatore della Toyota, che guidò la multinazionale delle auto tra gli anni Ottanta e Novanta, rivoluzionando il settore.

 

Sapete come sono le esercitazioni annuali dei pompieri di Tokyo? Così

 


 

Quando cantano, Xi Jinping e la first lady Peng Liyuan (che è una cantante professionista, membro civile dell'Esercito) cantano solo per patriottismo. Qui il 1° luglio 2017, alle celebrazioni del ventennale del "ritorno" di Hong Kong alla Cina
(Kin Cheung / AP)

 


 

CINA, E ALTRE STORIE

L'incredibile peculiarità di Sidangkou, nel nord est della Cina. Quattromila abitanti che ogni mese, in settanta diverse fabbriche, producono un totale di diecimila sassofoni, il 90 per cento destinati al mercato americano. E questo nonostante sin dal 1949 il jazz sia non visto di buon occhio dal Partito, perché associato all'individualismo e alla libertà di espressione fin troppo occidentale. Sul New York Times.

 

Caixin ha intervistato Manya Koetse, una sinologa olandese che cura il sito "What's on Weibo", un portale che traduce in inglese i temi di discussione sul Twitter cinese. L'idea è molto interessante e anche, se volete, banale: per capire la Cina bisogna sapere innanzitutto di che cosa si parla in Cina. (Per esempio: sapete perché molte automobili fuori dai campus universitari hanno delle bottiglie di plastica sul cruscotto? Si chiama "soft drink prostitution").

 

Dal primo gennaio in Cina è attivo un sito dell’Esercito popolare di liberazione per segnalare le cosiddette "fake news" e per pizzicare eventuali membri dell’esercito che, disobbedendo agli ordini, imperversano sui social network. La storia delle "little pink", tra censura e patriottismo. Pieranni sul Manifesto.

 

Perché Pechino sembra particolarmente interessata alla questione Israelo-palestinese? "Cina e Israele hanno stabilito relazioni diplomatiche solo nel 1992, ma già dal 1979 avevano avviato una cooperazione militare [...] D’altro canto, il Paese comunista ha una consuetudine di lunga data con la causa palestinese, sin dai tempi di Mao]- Un simposio ospitato a Pechino a fine dicembre ci racconta un po' di cose. Serena Console su Affari internazionali.

 

Liu Qiangdong, uno degli uomini più ricchi di Cina – fondatore del colosso JD.com – è parecchio confuso. Ed è confuso perché gli piace il cibo piccante. Come da tradizione cinese, Liu sta cercando di ricostruire la storia della sua famiglia, ma ha dei dettagli che non gli tornano. E ha chiesto aiuto a internet.

 

Un progetto pilota permetterà ai residenti di Guangzhou di registrare la carta d’identità sul proprio profilo WeChat, la popolare piattaforma di messaggistica usata da 980 milioni di utenti, e usarlo come documento di riconoscimento. Altro che Black Mirror. (Alessandra Spalletta su Agi)

 

Alibaba vuole trasformare i negozietti familiari in un business super tecnologico.

 

Fotografie meravigliose della nuova Via della Seta scattate per il New Yorker dall'italianissimo Davide Monteleone.  

 

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Cambogia. Leggete con attenzione la storia di James Ricketson, regista australiano piuttosto noto che è stato arresto in Cambogia nel giugno scorso, per aver fatto volare un drone durante una manifestazione dell'opposizione. Ora è accusato di far parte di un complotto statunitense per deporre Hun sen.

 

Il governo ha deciso di restituire alla comunità cattolica una chiesa costruita nel 1917 dai francesi sul monte Bokor, nei dintorni di Kampot. La ristrutturerà la chiesa cambogiana.

 

Mongolia. Che fare dei milioni di yak, capre e pecore che vivono nella steppa mongola? Cosmetici naturali. L'idea delle imprenditrici mongole si sta rivelando un successo di dimensioni internazionali, che forse aiuterà l'economia ad aprirsi.

 

Sull'ultima edizione di Futura, la newsletter di storie e lettura del Corriere della sera, c'è questo racconto di Sandro Orlando sul suo viaggio per andare a intervistare l'ultima sciamana mongola.

 

Malaysia. Kuala Lumpur ha dato l'ok a una compagnia privata, la Ocean Infinity, di ricominciare le ricerche dell'aereo scomparso MH370. L'azienda verrà pagata solo se troverà l'aereo.

 

India. Le comunità cristiane in India hanno subito almeno 23 attacchi per motivi ​​religiosi durante il periodo natalizio, dice l'agenzia Fides.

 

Le proteste dei Dalit e le aggressioni della destra ultrainduista, Matteo Miavaldi sul Manifesto.

 

Indonesia. L'asfalto e il cemento stanno facendo sprofondare sempre di più Giacarta.

 

Il 2 gennaio ha finalmente preso a funzionare il treno che collega la capitale indonesiana all'aeroporto internazionale Soekarno-Hatta. La distanza è di una trentina di chilometri, col treno ci vuole poco meno di un'ora, ma se non avete mai fatto quei trenta chilometri in automobile non potete capire di cosa stiamo parlando (Giacarta è l'inferno del traffico, roba che non vi lamentereste mai più della tangenziale all'ora di punta).

 

A Karanganyar, Giava centrale, i genitori non potranno più scegliere nomi "occidentali" per i figli.

 

Anggun è la cantante pop indonesiana più famosa nel mondo (ricordate Snow on the Sahara?). Giorni fa è entrata al cinquantesimo posto nella classifica di Billboard dance con il suo nuovo singolo “What We Remember”. In questi giorni è a Napoli, dove ha parlato anche di migranti.

 

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.