Galanterie asiatiche

Giulia Pompili

Le possibili elezioni anticipate in Giappone, intanto Seul si prepara all’invasione dei nordcoreani.

Trentasei anni di prigione. E’ la condanna comminata ieri al capitano Lee Joon-seok del traghetto Sewol, che si inabissò il 16 aprile scorso al largo dell’isola di Jindo in Corea del sud causando 295 morti e nove dispersi, per la maggior parte studenti in gita scolastica. Per Lee la procura aveva chiesto la pena di morte nel caso fosse stato accertato l’omicidio colposo – ma per la responsabilità dell’incidente è stato indicato soltanto l’armatore. Lee quindi è stato condannato per aver abbandonato la nave prima di aver messo in salvo i suoi passeggeri – e le immagini della Guardia costiera che lo ritraggono quella mattina scappare dalla nave in mutande sono inequivocabili. Il disastro aveva creato addirittura una crisi di governo a Seul.

 

Anche in Giappone si parla di elezioni anticipate. E’ possibile che il premier Shinzo Abe possa sciogliere la Camera bassa della Dieta giapponese la prossima settimana – anche se lui, attualmente a Pechino per il vertice Apec, a domanda diretta ha risposto con un no comment. L’indiscrezione arriva dal quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun. Secondo il giornale, molto vicino al Partito liberaldemocratico del premier, quella di Abe sarebbe una mossa per posticipare l’aumento della tassa sui consumi al 10 per cento, attualmente previsto per ottobre 2015. In questo caso il Giappone potrebbe andare di nuovo al voto già a dicembre. Nel frattempo il Partito democratico sta discutendo con i membri della coalizione la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del governo Abe.

 

Sabato scorso gli ultimi due cittadini americani arrestati dalle autorità di Pyongyang sono atterrati a Washington. Il rilascio di Kenneth Bae e Matthew Todd Miller arriva subito dopo quello di Jeffrey Fowle, avvenuto nemmeno un mese fa, e dopo la visita nella capitale nordcoreana di James Clapper, direttore della U. S. National Intelligence. Washington ha fatto passare la decisione della Corea del nord come un successo dei servizi segreti americani, ma secondo alcuni analisti, come John McCreary di NightWatch, la questione è un’altra. Clapper non fa parte dell’Amministrazione Obama, e nemmeno la paura di deferire Pyongyang alla Corte penale internazionale potrebbe aver mosso Kim Jong-un al rilascio di due “ostaggi” americani. Evidentemente la promessa di un qualche tipo di pagamento c’è stata, e forse la Corea del nord ha voluto ascoltare la Cina, e “sbarazzarsi” di tre ingombranti ostacoli in cambio di favori da Pechino. Proprio per tenere sotto controllo le provocazioni nordcoreane, questa settimana sono iniziate le più grandi esercitazioni militari congiunte tra Corea del sud e Stati Uniti. Trecentotrentamila soldati saranno impegnati per dodici giorni. Secondo lo Stato maggiore congiunto di Seul, le Forze armate si concentreranno sulle capacità di difesa militare in caso di provocazioni regionali o di un eventuale tentativo di invasione da parte della Corea del nord.

 

Timidi progressi diplomatici al vertice Apec di Pechino, decisamente meno timido Vladimir Putin in versione Don Giovanni, star mediatica – as usual – del summit informale. Il presidente russo è diventato l’argomento di discussione preferito dal web dopo aver fatto il piacione con la first lady cinese Peng Liyuan durante la cena informale tra i capi di stato di Asia e Pacifico. Ieri la serata si è svolta all’aperto, e mentre la temperatura a Pechino scendeva, la first lady iniziava a manifestare insofferenza per il freddo. Allora, con un gesto di galanteria, Putin ha cinto l’elegantissima Peng con uno scialle. Lei prima ha accettato, da vera femmina, le premure del maschio russo, ma subito dopo ha preferito farsi passare la sua giacca nera. Il gesto di Putin è stato apprezzato dai giovani cinesi su Weibo, ma un po’ meno dalla tv di stato, che ha provveduto subito a tagliare le immagini dell’intraprendente Vladimir che, per la verità, aveva già usato la stessa gentilezza con la cancelliera tedesca Angela Merkel durante il G20 del 2013.

 

[**Video_box_2**] Ieri in Cina era il “singles day”, una specie di festività per uomini e donne non accompagnati. Nato come anti San Valentino, oggi è diventato una specie di Black Friday alla cinese, ovvero una giornata di sconti e acquisti convenienti soprattutto online. E proprio ieri Alibaba, il colosso cinese di vendite su internet di proprietà di Jack Ma, ha annunciato che nel “singles day” ha fatto 9,3 miliardi di dollari di volume d’affari – 278 milioni di ordini, il 43 per cento dei quali via smartphone. Un utente di Weibo, citato dalla Bbc, ha scritto un commento definitivo: “Si dice che dietro un uomo di successo ci sia sempre una donna che lo sostiene. Dietro Jack Ma ci sono dieci milioni di donne shopaholics” (un termine che definisce la dipendenza dallo shopping).

 

Il governo di Chhattisgarh, nell’India centrale, ha avviato un’inchiesta per la morte di undici donne che si erano sottoposte alla sterilizzazione in un centro per la salute di cui si serve l’India per il suo programma di controllo delle nascite. Secondo il ministro della Salute di Chhattisgarh altre cinquanta donne sono in questo momento in ospedale e venti di loro sono in condizioni critiche. Alcune testimonianze riportano che in sei ore i medici del centro per la salute avevano sterilizzato circa 83 donne. In compenso il primo ministro Narendra Modi ha varato il ministero dello Yoga per la promozione delle pratiche terapeutiche indiane tradizionali, compresa l’omeopatia. L’Economist, spietato, ha scritto che quella di Modi è “un’idea terribile”.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.