Foto Claudio Furlan - LaPresse 22 Ottobre 2020 

Innamorato fisso

Quello che nessuno dice del lockdown in Lombardia

Maurizio Milani

"Non se ne poteva più di questi fracassoni in certi quartieri. Tutta notte a urlare, orinare davanti alle portinerie, picchiarsi". Il nostro Innamorato fisso ci spiega perché è contento del coprifuoco

Noi lombardi che viviamo nei palazzi dove c'è la movida, siamo contenti. Contenti del lockdown. Non se ne poteva più di questi fracassoni. Tutta notte a urlare, orinare davanti alle portinerie, picchiarsi. Alla mattina, cocci di bottiglie davanti all'entrata ecc. Per non parlare del valore delle nostre case. Chi le compra? Sono tutte in vendita. Appena uno viene a vederla e si accorge del casino che c'è sotto, scappa. Nemmeno se gli regali la casa ci viene ad abitare. Io, per esempio, in Corso Sempione, nel 2007, avevo comprato un appartamento per 500 mila euro. Oggi vale 1500 euro. Proprio per quella "servitù" che c'è sotto. Per cui viva il lockdown totale.

 

 

Dispiace per i gestori dei locali notturni. L'unica è che comprino loro le case che sono disturbate dalla loro attività. Ecco, lo stato dovrebbe aiutare i baristi ad acquistare gli immobili interessati al baccano. Pensate che fino a poco tempo fa c'era l'impalcatura sul mio palazzo. Alcuni ubriachi si sono arrampicati e, comparsi alla finestra di due anizani coniugi, hanno gridato: "Non dovete dormire". L'anziano ha sparato. Era quasi cinque anni che non chiudeva occhio. Per gridare usano anche dei megafoni di plastica. Per chi ha girato alla movida, avrà notato diversi venditori di questi megafoni. Una roba da matti. Si vuole evidenziare dieci volte di più il baccano. Tenete conto che se uno di notte non dorme, può impazzire.

 

Ripeto, per noi il lockdown (notturno) è stato come vincere alla lotteria. Certo, le disposizioni di legge lo hanno fatto per tutt'altro motivo. Infatti a nulla sono valsi i nostri comitati di protesta sotto al comune ecc. E' anni che ci lamentiamo che in certi quartieri non si riposa la notte. Ma provvedimenti, nessuno. Oggi invece sì. Dispiace dirlo, ma di solito i più tolleranti (se non sono sotto casa loro) sono gli amministratori comunisti. Ma che comunisti sono? A Mosca, al tempio dei soviet, se digerivi forte di notte sulla pubblica via, arrivava subito un cellulare della polizia per sicurezza e il decoro. Venivi portato a raccogliere la canna da zucchero sulle rive del Mar Caspio.

 

 

Noi abitanti dei quartieri della movida (che neanche i doppi vetri) è da un po' che non andiamo più a votare. Anche perché non siamo padroni di tenere una finestra aperta. Rischi di ricevere un petardo in casa con scritto "Auguri Barbone". Tanti esasperati, dai balconi, urlano. Andate a fare baldoria tutta notte sotto casa del prefetto o di qualche ministro. Abbiamo preso in considerazione di spostarci in campagna. Ma a parte il danno economico (non realizzare nulla della nostra casa), in campagna è sicuro ti venga a far visita una banda di ladri. A me finire in cantina imbavagliato, mentre questi mi svuotano la cassaforte, non è che mi attiri molto. Per cui, non siamo mai stati bene come adesso grazie a questo bellissimo lockdown. Purtroppo siamo consapevoli che le cose belle durano un attimo. Ma adesso non pensiamoci, godiamoci questa quiete. Penseremo poi a come difenderci dai molestatori notturni. Cani da combattimento in numero di dieci in ogni palazzo? E' un'idea.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Milani
  • Nato a Milano il 20 maggio 1961. Vero nome: Carlo Barcellesi. Diplomato terza media presso Camera del Lavoro di Milano nel 1985, corso serale a numero chiuso. Dopo il militare lavora come sguattero in un hotel. Nel 1987 arriva ultimo a “Riso in Italy”, concorso importante a Roma per giovani. Fa ricorso e vince. Ha uno sfratto ma non riconosce la sentenza. Collabora con il Foglio dal 1986 grazie al direttore Giuliano Ferrara. E' fidanzato con Monica.