Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Ecco l'intercettazione della telefonata tra Orbán e il premier Conte

Maurizio Milani

“Ciao Beppe! Allora, rinunci alla cattedra della Sapienza?”. “Sì! Tanto ho da fare qui!”

Telefonata intercettata tra Orbán e il premier Conte.

 

Orbán: “Ciao Beppe! Allora, rinunci alla cattedra della Sapienza?”

Conte: “Sì! Tanto ho da fare qui!”.

Orbán: “Nel caso ma non penso qui nel mio governo un posto per te c’è”.

Conte: “Quale ministero?”.

Orbán: “Istruzione. Volevo dirti mi aiuti a non farmi cacciare dai Popolari?”.

Conte: “Certo! Telefono adesso a Nando Casini il nostro leader (e aggiungo io che sto intercettando: anche il mio)”.

Orbán: “Scusi ma lei chi è?”.

Io: “Tranquillo presidente sono dei vostri andate avanti a parlare come prima!”

Conte: “Va bene! Beppe ti dicevo anche le sanzioni…”

Conte: “Ma quali sanzioni se mi dimetto! Anzi ho proposto la sede UE a Budapest!”.

Orbán: “Ciao grazie! Metti Vienna però che altrimenti sembra che mi agevoli”.

Intervengo io: “No alle sanzioni anzi più contributi alla nazione sorella che lei guida”.

Orbán: “Grazie amico che mi intercetti in modo abusivo”.

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