Banco antispreco

Giacomo Astrua

Il 24 novembre è la giornata nazionale della Colletta Alimentare. Un’iniziativa che non solo fa direttamente del bene alle persone a cui dona del cibo ma è uno strumento essenziale nella prevenzione dello spreco alimentare

[Questo articolo è stato pubblicato sul numero del Foglio Sportivo del 17 novembre 2018 nella rubrica In Corpore Sano]

 


 

Questa settimana ci porterà alla giornata della colletta del Banco Alimentare, sabato 24 novembre, realtà nazionale che non dura solo un giorno ma si impegna tutto l’anno nella raccolta e nella distribuzione di alimenti per le famiglie più bisognose.

Un’iniziativa geniale (nata dall’iniziativa del Cavalier Danilo Fossati, presidente della Star) che non solo fa direttamente del bene alle persone a cui dona del cibo ma è uno strumento essenziale nella lotta per la prevenzione dello spreco alimentare. Per capire l’entità di tale fenomeno pensate che ben 1/3 degli alimenti prodotti si perdono lungo la filiera alimentare. Parliamo del 33 per cento, di 150 g di pasta su mezzo chilo, di 2 uova su una confezione da 6, di mezzo litro di acqua su una bottiglia: è tanto! In cosa consiste lo spreco alimentare? Innanzitutto si distinguono i food losses, le perdi- te a monte della filiera agroalimentare (fasi di semina, raccolta, conservazione) dai food waste, cioè gli sprechi legati alla trasformazione industriale, alla distribuzione e al consumo. Nei paesi sviluppati si aggiunge agli sprechi la sovralimentazione, ossia un consumo ben superiore al fabbisogno calorico reale, che oltre a essere uno spreco di denaro in sé, determina un aumento del sovrappeso e dell’obesità e della loro onerosa spesa a carico nostro, anzi pardon, a carico della sanità pubblica.

 

Infine aggiungerei alla lista degli sprechi l’enorme produzione di cibo per nutrire animali da allevamento, quantità molto superiore a quella di cibo ricavata per noi dagli animali stessi. Alla fine risulta che solo il 40 per cento degli alimenti prodotti vengono consumati dall’uomo. Ora, non voglio fare la morale a nessuno, non sarebbe efficace, ma volevo rendervi consapevoli di quello che è realmente la nostra industria agroalimentare mondiale. Questo magari potrebbe far capire il senso delle produzioni a filiera corta, dei piccoli produttori (che di certo limitano gli sprechi), delle produzioni sostenibili e oggi in particolare modo di iniziative come il Banco Alimentare.