Bande criminali. Quando non si distingue più la realtà dalla finzione

Giovanni Battistuzzi

Nessuno, neppure i pm, sembra distinguere il confine tra realtà e invenzione letteraria, delinquenza e parodia, denuncia e intrattenimento. La Banda della Magliana era una larva in bianco e nero fintantoché non l’hanno rianimata i colori e gli eroi del pm-scrittore De Cataldo e del regista Sollima.

 

Qualcosa di simile – lo accennammo l’estate scorsa – era successo poco più di vent’anni fa, quando arrivò in Italia il film “Point break” con Keanu Reeves e Patrick Swayze, che raccontava di quattro surfisti impegnati a rapinare le banche della contea di Los Angeles indossando maschere di Reagan, Lyndon Johnson, Nixon e Carter. Di punto in bianco i settori più “sensibili”, diciamo, dello stadio e delle palestre nere furono agganciati dal vecchio dèmone dei maestri cattivi, quelli della politica gruppettara che si autofinanziava in banca: nacque la Banda del taglierino

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