Lettera ai no vax che oggi a Rimini sfileranno senza pensare al futuro dei propri figli

    C i sono delle persone che abbandonano i loro cani in autostrada. Infrangono la legge e oltre al gesto abominevole nei confronti dei loro animali, che è loro dovere proteggere, mettono in pericolo tutti noi, perché quegli animali abbandonati potrebbero provocare degli incidenti stradali. Ci sono invece altre persone che, soprattutto negli ultimi anni (questa follia è recente), non vaccinano i figli. Infrangono la legge e oltre al gesto abominevole nei confronti dei loro figli, che è loro dovere proteggere, mettono in pericolo tutti noi, perché a causa dei bambini non vaccinati circolano virus e batteri molto pericolosi per la comunità. Però tra i due gruppi di incivili c'è una differenza: quelli che abbandonano i cani si vergognano di quello che fanno e si muovono con il favore della notte perché – se riconosciuti – probabilmente non potrebbero più camminare tranquilli per il loro quartiere. Quelli che non vaccinano i figli, invece, oggi pomeriggio si ritroveranno pubblicamente, vestiti delle loro magliette arancioni, a Rimini, per rivendicare orgogliosi la scelta di non vaccinare i loro bambini senza nessun motivo valido, se non in nome del loro egoismo e della loro superstizione. Sono i genitori “per la libera scelta”. Ma in cosa consiste, in concreto, questa “libera scelta” che pretendono? Molto semplicemente vogliono potere impunemente e liberamente mettere in pericolo l'incolumità dei figli in nome della loro stupidità che li fa sentire più intelligenti della comunità medica di tutto il mondo che, concorde, afferma l'esatto contrario di quello che loro sostengono. Due genitori veneti, proprio in nome di questa libertà, hanno scelto di non vaccinare la figlia contro il tetano, con un vaccino che è sicurissimo e di un'efficacia spaventosamente alta. Loro sono liberi ma la bambina, a seguito di una banale ferita al ginocchio, ha contratto la terribile malattia e in questo preciso momento è sospesa tra la vita e la morte in un reparto di rianimazione, con un tubo in gola che l'aiuta a respirare e squassata da terribili spasmi che non voglio neanche immaginare. I genitori sono liberi, lei è appesa a un filo. E' giusto garantire ai genitori questa scelta? Dobbiamo consentire ad alcuni scellerati la libertà di riversare le conseguenze della miscela di ignoranza, arroganza e irresponsabilità che riempie il loro cervello su dei poveri innocenti bambini che hanno avuto come unica colpa la sfortuna di nascere da simili genitori? Io penso di no. Lo stato deve difendere i più deboli. Dobbiamo commuoverci di fronte alla foto della bambina annegata nel Rio Grande, ma non possiamo rimanere impassibili di fronte all'idea della piccola in fin di vita che, attaccata a dei tubi e tra mille dolori, combatte contro il tetano mentre il suo posto, in questi giorni di vacanza, sarebbe dovuto essere in a giocare con i suoi amici. Libertà non è potere spedire il proprio figlio in rianimazione. Libertà non è andare orgogliosi della propria ignoranza. La libertà è un'altra cosa. Sarebbe bello che la comunità delle persone civili, liberamente ed educatamente, domani lo ricordasse a tutti quelli con le maglie arancioni che girano per Rimini.

    Roberto Burioni