Guerra al “pezzotto”

    U na strategia in quattro passi contro la pirateria. La Lega di Serie A vuole dire basta allo streaming illecito e al “pezzotto”, l'ormai mitologico metodo con cui guardare le partite di campionato illegalmente: per farlo, ha deciso di stanziare un budget di un milione di euro e far partire una campagna importante per provare a ridurre il fenomeno.

    La pirateria causa alle squadre italiane danni da mancati ricavi per 150 milioni di euro l'anno, secondo le stime della Serie A. Una cifra considerevole, pari a oltre il 10 per cento dei ricavi da diritti tv a stagione. “Su Amazon vengono vendute le magliette con scritto ‘Pezzotto', è considerato un gioco. La pirateria è un reato, in Inghilterra ci sono state condanne vere. In Italia ci sono due milioni di pirati, non c'è stato controllo né ci sono state limitazioni”, ha spiegato l'amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo lo scorso 30 marzo durante l'evento organizzato dal Foglio a San Siro.

    Qualcosa si è già mosso: nelle prime 10 giornate del campionato appena concluso sono stati bloccati 18 mila streaming illegali, un dato in crescita rispetto alla passata stagione, in cui si è arrivati a 65 mila a fine stagione, anche grazie alla possibilità di chiedere lo spegnimento dei siti direttamente alle Telco. L'obiettivo della Lega è tuttavia quello di ridurre al minimo il numero di streaming, con una campagna che, oltre a una importante fase di monitoraggio (anche sui social network, dove non mancano profili che trasmettono illegalmente) grazie a nuovi strumenti, prevede anche un'attività di lobby sul governo per una nuova normativa, azioni legali per avere più spazio di manovra e un piano di comunicazione anche negli stadi.

    Una strategia che si allargherà anche all'estero, dove nel mirino c'è soprattutto BeoutQ, il sistema che in Arabia Saudita pirata il segnale di BeIN Sports in Qatar, contro cui si sono già schierate anche Fifa, Uefa, Premier League, Liga e Bundesliga. Non c'è più spazio per il “pezzotto”, nemmeno a livello internazionale.

    Matteo Spaziante