L'ultimo Caravaggio alle Gallerie d'Italia

A Milano una mostra racconta il Seicento: i confronti, i dialoghi, le sinergie

Caravaggio, la fine di un'epoca, tre città. La nuova mostra delle Gallerie d'Italia di Piazza Scala a Milano è un viaggio che parte dall'ultimo dipinto del grande pittore lombardo per spalancare poi lo scenario di un nuovo Barocco, tra Napoli, Genova e Milano. Al centro dell'esposizione, intitolata "L'ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri", c'è "Il martirio di Sant'Orsola" del Caravaggio e la sua avventurosa vicenda, partita da Napoli, dove è stato dipinto, e che così ci è stata raccontata dal curatore Alessandro Morandotti.

 
"Il quadro - ha detto ad askanews - arriva a Genova e nessuno lo guarda. Questo si vuole domandare la mostra: perché nessuno lo guarda. Non perché a Genova non fossero attenti, ma perché a Genova c'era un'altra cultura figurativa altrettanto bella e altrettanto importante. Genova infatti è una delle prime città dove nasce il nuovo Barocco festoso, grazie alla presenza di Rubens, di pittori lombari come Giulio Cesare Procaccini, che guidano le scelte di Bernardo Strozzi che risponde al quadro di Caravaggio".

 
Una risposta che si gioca su una scena apparentemente simile dal punto di vista compositivo, ma profondamente diversa per tutti gli altri aspetti, dai colori alla dinamica narrativa.

 
"La drammaticità del quadro di Caravaggio - ha aggiunto Morandotti - con la Santa che cerca di strapparsi la punta della freccia dal petto per resistere sulla Terra, è negata invece dalla Santa di Strozzi che si abbandona in modo languido ed estatico al martirio come momento di unione con la divinità".

  
La mostra del museo di Intesa Sanpaolo nasce da una serie di confronti e si appoggia su diverse sinergie, in primis quella tra le Gallerie d'Italia e il Comune di Milano e Palazzo Reale, dove è in corso un'altra importante mostra su Caravaggio. Ma nel museo di Piazza Scala è possibile, tra le altre, ammirare anche un'opera di grande impatto, che è il frutto di ulteriori sinergie, come ci ha spiegato Michele Coppola, responsabile delle Attività culturali di Intesa Sanpaolo.

 
"L'Ultima cena dipinta dal Procaccini che arriva da Genova, dalla basilica della Santissima Annunziata del Vastato, dove generalmente è esposta, ma dove nel 2014, per un problema strutturale viene rimossa da 16 metri di altezza, viene portata al centro di restauro di Venaria, dove viene restaurata in un progetto che ha coinvolto la Sovrintendenza di Genova, la Compagnia di San Paolo e infine la banca che restituirà, terminata la mostra, l'opera, quasi 40 metri quadri, un'opera straordinaria, meravigliosa, che sarà restituita a Genova".

 
L'esposizione milanese, articolata in sette sezioni, ricostruisce anche una immagine interessante del collezionismo secentesco, intorno alle figure dei banchieri mecenati Marcantonio e Giovan Carlo Doria, e resta aperta al pubblico fino all'8 aprile 2018.

A cura di Askanews

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