Quel che rimane

    D el resto, è estate, e l'estate, si sa, fa schifo. Per cui i lettori perdoneranno il cazzeggio, celato sotto la forma ipocrita del classico “bilancio di fine anno”. Cosa resta della stagione, sul fronte del tifo? A quelli che oltre alle partite guardano gli spalti, cosa rimane?

    Rimane di sicuro Liverpool-Barcellona: sarà anche un luogo comune, quello di Anfield Road, di you'll never walk alone e di tutta la mistica scouse; poi però è lì, più spesso che altrove, che la simbiosi coi tifosi porta la squadra a fare cose non normali, tipo le quattro pere a Messi e compagni. Forse è per questo, che è un luogo comune.

    Rimane, sul fronte delle partite “vinte” dai tifosi, anche Atalanta-Juventus di coppa Italia, tra l'altro l'ultima grande partita giocata all'Azzurri d'Italia, che non vedremo più: e per capire che cosa è l'attaccamento di una tifoseria al suo luogo dell'anima, si vedano le immagini della bellissima festa popolare con la quale i tifosi atalantini hanno salutato la loro curva il giorno prima dell'inizio della demolizione.

    Rimane, perché i numeri contano, che Milano è la città in Italia dove si va di più allo stadio (cosa che magari dovrebbe far riflettere un secondo, prima di buttar giù San Siro): 61mila l'Inter, 54 il Milan, prima e seconda con distacco, nonostante risultati sportivi opinabili. E siccome i numeri contano, e conta un poco anche il cuore, rimangono le medie-spettatori pazzesche di squadre di serie D come Bari, Cesena, Modena, eccetera.

    Rimangono gli striscioni in curva della Juve: quello per Superga, e quello per De Rossi: belli, tutti e due. Si può essere ultras anche onorando gli avversari. Come peraltro hanno fatto anche nella curva Nord laziale, sempre con uno striscione per De Rossi: peccato che si siano beccati i fischi del resto dello stadio; dei buoni, per intenderci.

    Rimane, perché la tragedia vuole sempre il suo spazio, dentro uno stadio, il gol che elimina i lancieri all'ultimo secondo di Ajax-Tottenham alla Johann Cruijff Arena, e le facce, le lacrime, della gente sugli spalti: il calcio in tutta la sua meravigliosa crudeltà.

    Rimarranno di sicuro moltissime altre cose degne di nota che ho trascurato, e mi scuso in anticipo; e rimangono, purtroppo, anche parecchie cose che sarebbe stato meglio non rimanessero, ma fa troppo caldo per fare polemica, e ci accontentiamo di ricordarne una sola: il Ministro dell'Interno sta ancora “facendo luce” sui fatti incresciosi seguiti a Fiorentina-Atalanta di coppa Italia. Era febbraio, siamo a luglio: si vede che era proprio tutto molto oscuro.