La solita acqua

    Q uando il caldo si fa così opprimente diventiamo consapevoli di quanto l'acqua sia vitale. Due del pomeriggio, metropolitana, gente appiccicaticcia e puzzolente, esci e fa ancora più caldo, non tira un filo di vento, sei una spugna imbevuta di sudore, goccioline e gocciolone si fanno strada sotto gli occhi, sul collo, nell'incavo della schiena, nell'ascella del ginocchio (cavo popliteo)… desideri solo l'acqua! In tutte le sue forme: pioggia, doccia, fontanella, ghiaccio! Il cervello non è scemo, ti tira una sberla e ti urla: “Beviiiiiii!!!”. L'acqua è vitale, ma lo è anche di inverno quando fa freddo. E' vitale perché è la materia più presente nel nostro corpo ed è così presente perché ricopre molteplici funzioni. Regola la temperatura corporea, agisce come solvente di composti inorganici e organici, permette le trasformazioni metaboliche, è reagente di innumerevoli trasformazioni chimiche, coopera nel trasporto dei nutrienti, ha un ruolo disintossicante. Fa un sacco di roba e, in buona sostanza, permette all'organismo di lavorare per bene e, per farvela ancora più semplice, meglio siamo idratati e meglio funzioniamo. Lo sappiamo, beviamo troppo poco e tanti sopprimono lo stimolo della sete, che si scatena quando mangiamo troppo salato (e creiamo uno squilibro idroelettrico) e quando il volume del sangue diminuisce (ipovolemia), impedendo al sistema cardiocircolatorio di rifornire i vari compartimenti del nostro corpo dei giusti nutrienti. La sete è l'ultima spiaggia, bisognerebbe prevenirla fissandosi delle regole per bere continuamente. Questo ha come effetto immediato la riduzione del senso di stanchezza che spesso avvertiamo nelle nostre giornate lavorative e andiamo a correggere erroneamente mangiando qualcosa, temendo l'improbabile “calo di zuccheri” che il più delle volte è in realtà disidratazione. La quantità raccomandata è sempre la solita: circa 2-2,5 litri al giorno. Ho detto abbastanza, bevete.