Il nuovo inizio così così del calcio italiano Si salvano gli Azzurri di Mancini, male l'Under 21 ma non solo: c'è un sistema da migliorare

    A ltro che nuovo inizio. È finita un po' così la stagione del calcio italiano (maschile, meglio precisare, con i tempi che corrono, una volta non ce ne sarebbe stato bisogno, chissà che domani…). E' finita a fare da mesti spettatori a una manifestazione, i campionati europei Under 21, che abbiamo fortemente voluto organizzare per segnalare al mondo che ci siamo ancora, che sappiamo persino ristrutturare qualche stadio e soprattutto che abbiamo ritrovato una “cantera” che presto tremare il mondo farà. Una missione compiuta soltanto per due terzi. L'obiettivo sportivo, quello, è stato clamorosamente mancato. Per la terza volta consecutiva, l'Italia non parteciperà al torneo di calcio dei Giochi Olimpici. E se è vero che il calcio con le Olimpiadi c'entra poco, forse non ci dovrebbe neppure essere, è anche vero che dal 1984, e cioè da quando furono per la prima volta ammessi, pur con vari limiti, giocatori professionisti, fino al 2008 non avevamo mai saltato un'edizione.

    Un altro schiaffone, per quanto ben più facilmente ammortizzabile, dopo l'eliminazione dal Mondiale russo. Le aspettative dell'estate scorsa erano diverse. Si pensava di essere definitivamente usciti dal tunnel della crisi pallonara. Molti segnali avevano portato a un ottimismo che oggi appare lievemente esagerato: la scelta di un supercampione come Ronaldo di venire a giocare in Italia, le possibilità che CR7 attraesse nuove attenzioni e nuove risorse in Serie A, le prime incoraggianti uscite della nuova Nazionale di Mancini, l'avvio più che buono dell'avventura delle squadre italiane nelle Coppe europee. A fine stagione però c'è rimasto ben poco: con Ronaldo, quindi anche per “colpa” sua, il campionato è finito a Natale; nonostante non avesse altre distrazioni, la Juventus ha fallito in Champions e le altre euro-italiane si sono ben presto spente. Unica a non deludere, proprio la Nazionale di Mancini, che ha mantenuto le premesse e le promesse di cercare di far bene divertendo, anzi via via è migliorata e ha saputo riconquistare alla causa gli appassionati più disamorati.

    L'eredità Mancini è l'unica da conservare davvero della stagione di scarsa grazia 2018-19. Dobbiamo al ct, alle sue prime convocazioni, criticate da molti, di ragazzi che ancora non avevano mai giocato in campionato, l'opportunità di avere visto anche qualche giovane più impiegato, per quanto con una certa parsimonia, nelle squadre di club. Ancora troppo poco rispetto alle necessità di crescita, ma comunque meglio di prima. Abbiamo già la ragionevole certezza che agli Europei 2020 l'Italia ci sarà e la fondata speranza che possa fare bene, soprattutto se la nuova generazione individuata da Mancini avrà la possibilità di giocare con maggiore continuità, pure e soprattutto a livello internazionale, nell'anno che verrà. I risultati, e il gioco, della Nazionale sono andati finora persino al di là delle migliori previsioni, per quanto vada tenuto conto che ancora non sono state affrontate avversarie di primo livello.

    Qualche dubbio in più è affiorato proprio vedendo giocare l'Under 21. Un biscotto indigeribile, altro che arrabbiarsi per lo 0-0 annunciato di Francia-Romania. È stata scelta una squadra per vincere e che doveva vincere.