Protesta contro la guerra in Ucraina, Mosca, aprile 2022 (LaPresse)

Un foglio internazionale

La società civile russa deve essere aiutata. Perché il mondo ha bisogno del suo aiuto

Senza l’appoggio delle forze vive della società democratica russa il conflitto in Ucraina non potrà mai finire, scrive il Figaro (10/3)

Di recente, al suo ritorno dalla conferenza di Monaco, il presidente francese Emmanuel Macron, ha messo in dubbio la possibilità che emerga una ‘soluzione democratica’ dalla società civile russa ‘dopo anni di indurimento e conflitto’” scrive Daniil Beilinson, cofondatore del progetto Ovd-Info emigrato a Parigi. Ovd-Info è un media che informa sulle persecuzioni politiche e apporta un’ampia assistenza giuridica a centinaia di persone ogni mese.  “Si pensa spesso alla sua inefficacia nel contesto attuale. Ciò ci spinge automaticamente a pensare che la società civile russa dovrebbe essere preservata per delle ragioni umanitarie. Ma in fondo, questa percezione distorta non fa altro che mettere in evidenza un’assenza di visione strategica.

 

La società civile russa, indubbiamente, sta attraversando una terribile prova. Le sue fondamenta istituzionali sono state distrutte nel corso dell’ultimo decennio. La moltiplicazione delle persecuzioni nei confronti dei militanti, la stigmatizzazione dei rappresentanti della società civile che vengono qualificati come ‘agenti stranieri’, la chiusura delle organizzazioni non governative, la restrizione sistematica della libertà d’espressione, della libertà di associazione, o ancora della libertà di organizzare delle manifestazioni di carattere pacifico, tutto ciò ha notevolmente incentivato e amplificato la spirale di violenza, creando un’atmosfera di paura che ha limitato drasticamente le possibilità di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, facendo credere loro di correre dei rischi enormi. La repressione, la censura e l’aumento delle leggi restrittive non lasciano spazio ai media indipendenti all’interno del paese. La Russia è entrata nel 2022 con una società spogliata di qualsiasi forma di azione politica e civile. L’opinione pubblica è imbavagliata e il sistema giudiziario è sottomesso al potere autoritario (…). 

 

Dopo l’inizio dell’invasione su vasta scala, un ampio arsenale di leggi repressive ha introdotto una censura di guerra e, de facto, la criminalizzazione delle espressioni anti guerra, così come il non-riconoscimento delle decisioni adottate da parte della Corte europea dei diritti umani. Ha ampliato la definizione di crimini di alto tradimento e di spionaggio, il divieto della “propaganda” Lgbt e del cambio di sesso, l’estensione del criterio di qualificazione degli ‘agenti stranieri’ e la sua criminalizzazione, e molte altre cose. Ma nonostante queste condizioni particolarmente difficili, le persone continuano a protestare contro la guerra quasi tutti i giorni. I miei colleghi di Ovd-Info hanno recentemente pubblicato un rapporto sulle repressioni dal 24 febbraio 2022 in poi. Almeno 447 persone sono state perseguite penalmente per aver manifestato la loro opposizione alla guerra. Decine di migliaia di persone sono state accusate di diverse infrazioni amministrative, fatto che le espone a dei procedimenti giudiziari e a delle pesanti sanzioni (…).

 

Gli sforzi delle autorità per soffocare questa società civile, sia prima che dopo l’invasione, non portano alla sua scomparsa, bensì alla sua trasformazione in una sorta di gioco a somma zero. La resilienza della società civile ha dunque in questo contesto una dimensione critica. (… Non è soltanto la società civile che ha bisogno di essere aiutata. E’ anche il mondo intero ad aver bisogno dell’aiuto e delle forze vive della società civile russa.

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