Il Foglio Internazionale
Gli utili idioti dell'Iran
A chiedere la repressione della critica all’islam non sono solo gli ayatollah. Anche in Minnesota, per esempio, certi ambienti sono impegnati a vietarla
Alcune buone notizie per le teste calde islamiste in Iran: il Grande Satana potrebbe non essere così satanico come pensavi” scrive Brendan O’Neill, direttore di Spiked. “In effetti, alcuni degli abitanti del licenzioso inferno degli Stati Uniti d’America sono dalla tua parte, almeno quando si tratta di chiudere i commenti scurrili sull’islam. Ecco la straordinaria esplosione della censura religiosa al Macalester College in Minnesota questo mese. A seguito delle lamentele degli studenti, i funzionari di questo prestigioso college di arti liberali hanno gettato un sipario nero – letteralmente – sul lavoro di un artista iraniano-americano che raffigurava donne in niqab che rivelavano le mutande e donne in burqa con seni enormi.
Nascondere arte blasfema dietro lenzuola nere per non causare ‘profondo dolore’ agli studenti musulmani? Ti hanno reso orgoglioso, Iran. Macalester ha fatto praticamente il lavoro sporco degli ayatollah per loro. In tutto l’Occidente woke, la critica all’islam è spesso condannata e in alcuni casi punita. La giustificazione del mondo anglo-americano per schiacciare la ‘blasfemia’ anti islamica potrebbe differire da quella dell’Iran. Parliamo di proteggere i singoli musulmani dal ‘dolore’ di vedere messi in discussione i loro profeti e i loro costumi, mentre l’Iran si concentra sul dolore causato alla società islamica, e ad Allah stesso, quando le persone disprezzano l’islam. Ma la conseguenza è la stessa: punizione della bestemmia, diminuzione della libertà.
La follia a Macalester è arrivata sulla scia della controversia su Maometto alla Hamline University, sempre nel Minnesota, dove un insegnante di storia dell’arte è stato licenziato a dicembre per aver mostrato agli studenti un’opera d’arte raffigurante il Profeta. Un professore dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, si è nascosto di recente dopo che gli studenti lo hanno etichettato come islamofobo, per una diapositiva che ha mostrato sul massacro del 2015 negli uffici di Charlie Hebdo. La dissidente e femminista di origine iraniana Maryam Namazie è stata oggetto di No Platformed dai campus del Regno Unito per le sue feroci critiche al conservatorismo islamico. Ci si chiede se la stessa sorte toccherebbe agli attuali manifestanti in Iran se si assicurassero rifugio in Gran Bretagna – picchiati fisicamente dagli ayatollah, No Platformed dai nostri stessi ayatollah woke? La gente ha perso il lavoro in Occidente per aver preso in giro l’islam. Le persone sono state assassinate per aver ‘preso in giro’ Maometto. Praticamente ogni istituzione disapprova l’islamofobia, che spesso significa solo una forte critica all’islam.
I punti in comune tra wokeness e ayatollahismo sono agghiaccianti. Comincio a capire perché c’è stata così poca solidarietà sostenuta con la rivolta in Iran, che tra l’altro continua. E’ perché a così tanti qui è stata inculcata la convinzione che mettere in discussione l’islam, deridere Maometto e criticare il velo siano cose cattive da fare. Ecco perché è impossibile la solidarietà con i ribelli iraniani”.
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