Putin e Trump durante il vertice di Helsinki il 16 giugno (Foto LaPresse)

La Russia aiuterà i democratici adesso?

Redazione

L'intervento di Mosca alle prossime elezioni midterm potrebbe di nuovo agitare il clima politico negli Stati Uniti, scrive Jonah Goldberg

“Se la Russia vuole agitare il clima politico negli Stati Uniti, allora potrebbe appoggiare i democratici in vista delle elezioni midterm del 2018”, scrive Jonah Goldberg, analista presso l’American Enterprise Institute. Donald Trump ha recentemente twittato: “Visto che nessun presidente è stato più duro di me con la Russia, loro spingeranno molto forte per i democratici. Sicuramente non vogliono Trump!”. Goldberg scrive: “In un primo momento, può sembrare il trolling tipico del presidente. Tuttavia, Trump ha una buona ragione. Anzi, ne ha due. In primis, Trump è stato più duro con la Russia di quanto non ammettano i suoi detrattori. No, non è stato il presidente più duro nella storia americana, ma queste esagerazioni fanno parte della sua retorica. In secondo luogo, sarebbe razionale che il Cremlino favorisse i democratici nelle elezioni di midterm, ma non perché hanno una posizione più morbida verso la Russia.

  

Ci sono molte teorie sul perché Vladimir Putin abbia favorito Trump nelle elezioni del 2016, ma gli esperti di sicurezza concordano che la strategia del Cremlino sia quella di seminare discordia in occidente. Per questo la Russia cerca di macchiare quasi tutte le elezioni nazionali, e regala il proprio sostegno a vari gruppi nazionalisti e populisti in Europa. Come tutti gli altri, anche i russi non si aspettavano la vittoria di Trump, ma speravano che potesse comunque danneggiare la presidenza di Hillary Clinton prima del suo inizio. Se Trump avesse perso, le sue inevitabili accuse sulla legittimità delle elezioni avrebbero indebolito Hillary Clinton. Questo è il punto. Se la Russia vuole restare fedele alla sua strategia di destabilizzazione della politica americana, allora dovrebbe sperare che i democratici riconquistino il Congresso. Molte amministrazioni ‘normali’ sono state danneggiate da una sconfitta alle elezioni di metà mandato. Questo avviene perché il partito vincitore sente di avere l’obbligo di controllare e fare opposizione al partito che esprime il presidente”.

  

Goldberg traccia uno scenario per il futuro. “Se i democratici vincessero le midterm, com’è probabile, molti deputati insisterebbero sull’impeachment del presidente. Se non ci riescono – anche questo è molto probabile, visto che servono due terzi del Senato per far cadere il presidente – le commissioni nelle mani dei democratici avrebbero più potere, oltre alla facoltà di convocare dei testimoni. Tutto questo porterebbe a una grande instabilità. Trump potrebbe insistere che le elezioni di midterm sono state truccate, e potrebbe perfino dare la colpa alla Russia. Il suo programma legislativo sarebbe sicuramente morto. Inoltre, i democratici non avrebbero alcuna speranza di far passare delle leggi al Senato, e quindi metterebbero ulteriore pressione sull’impeachment di Trump. Il prospetto di un convulso 2019 potrebbe convincere anche i republicani anti Trump, ma spaventati dall’impeachment, a votare per mantenere lo status quo”.