Un ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz (foto LaPresse)

Dopo Oxfam tocca a Msf: le ong travolte dal #MeToo

Alessandro Berrettoni

A pochi giorni dallo scandalo che ha coinvolto l'associazione britannica, ora Medici senza frontiere si autodenuncia: nel 2017 registrati 40 casi di molestie

Non solo Oxfam. Lo scandalo molestie si allarga tra le organizzazioni non governative e adesso coinvolge anche Medici senza frontiere. L'ong che si occupa di assistenza medica si è autodenunciata, rendendo noto che nel corso del 2017 ha ricevuto segnalazioni su 40 casi di molestie che coinvolgono il proprio organigramma. Di questi, 24 erano abusi sessuali. Diciannove persone sono state licenziate, mentre altri componenti del personale sono stati sanzionati. 

 

Il #MeToo non risparmia nessuno, nemmeno quelle organizzazioni che hanno fatto dei loro buoni propositi un vanto. E continuano a farlo, visto che nell'autodenuncia, contenuta in un comunicato pubblicato sul proprio sito internet, l'ong scrive: "La nostra leadership si è impegnata inequivocabilmente a combattere gli abusi". Nel 2017, su 40 mila membri dello staff ci sono stati 146 reclami o segnalazioni di "abuso di potere, discriminazione o molestie". La notizia fa il paio con lo scandalo che ha coinvolto Oxfam. Nel giro di pochi giorni, un'altra organizzazione benefica scopre al suo interno "comportamenti inappropriati", come si legge sempre nel comunicato ufficiale. 

 

Nel caso di Oxfam, lo scandalo ha avuto già degli effetti: oltre a rivelare l'ambiguità dell'ong ad Haiti e in Ciad, ha causato il ritiro di 1.270 donazioni in soli tre giorni. Nel caso dell’organizzazione britannica si trattava di festini e prostituzione, in quello dell'associazione ginevrina di abusi e "comportamenti inappropriati".

 

"Ci aspettiamo che tutto il personale rispetti i nostri princìpi guida", sottolinea Msf, ossia "fornire assistenza alle popolazioni in difficoltà e rispettare il nostro codice etico professionale. Per noi, questo significa non tollerare alcun comportamento da parte del nostro personale che sfrutti la vulnerabilità degli altri o dei dipendenti che sfruttano la loro posizione per guadagno personale". Il primo passo per risolvere un problema è ammettere di averlo. Msf parla adesso di una campagna di "consapevolezza" rivolta a informare tutto lo staff delle metodologie di segnalazione delle molestie. Meccanismi tramite cui si incoraggiano i dipendenti a riportare gli abusi attraverso indirizzi mail dedicati e al di fuori delle linee gerarchiche. Msf rileva poi che, "anche se le segnalazioni di abusi attraverso i nostri meccanismi di reclamo sono in costante aumento, i comportamenti scorretti continuano a essere sottostimati oggi".

 

Incoraggiamo il #MeToo – sembra dire Msf. Sarà, ma intanto qualcosa si è incrinato nella percezione dell'opinione pubblica nei confronti delle organizzazioni non governative. Oxfam perde donatori, Msf cerca di pararsi dai colpi di uno scandalo prima che sia troppo tardi, anche se l'autodenuncia potrebbe non bastare. Basti vedere ciò che afferma il ministro britannico allo Sviluppo internazionale Penny Mordaunt, che mercoledì ha chiesto un cambiamento radicale nel modo di lavorare delle organizzazioni benefiche, mettendo di fatto in discussione gli aiuti governativi che finora sono stati loro forniti.

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