Beppe Grillo (foto LaPresse)

La democrazia si salverà dal populismo

E’ resiliente, come avvenne già durante la Guerra fredda Scrive il National Interest (9/10)

“C’è chi considera il populismo un segnale di decadenza, altri sostengono che rifletta la forza delle democrazie consolidate e la loro capacità di assorbire le critiche”, ha scritto su National Interest James Carafano. “Alla fine della Guerra fredda, la democrazia era l’unico modello rimasto in piedi. Da allora, però, le democrazie hanno subito diversi contraccolpi. La libertà comunque non è finita. Le democrazie consolidate e funzionanti stanno ancora una volta lavorando assieme, se non altro perché le forze oscure le stanno obbligando a unirsi senza dar loro alternative. Faccio una previsione audace: nel giro di un decennio, il mondo sarà un posto più libero di quanto non sia oggi. Le democrazie consolidate del Nord America, dell’Europa e dell’Asia costituiscono la principale ragione di ciò che dico. Magari questo non sarà la fine della storia, ma nel corso dei prossimi dieci anni potremo certamente vedere l’inizio di una storia più luminosa. E’ tempo di ripudiare le strategie che hanno fallito. L’America non può obbligare alcuno stato ad abbracciare la democrazia. Non può evitare il fallimento di stati già falliti, e non può costruire nazioni democratiche a partire dal caos. Piuttosto, gli Stati Uniti devono stringere forti alleanze con le nazioni libere e costituirsi a bastione della libertà, lasciando agli altri l’opportunità di passeggiare intorno alle nostre fortificazioni. Sotto l’imperativo della sopravvivenza e la preservazione di uno stile di vita libero, le democrazie consolidate si stringeranno le une alle altre. Non necessariamente perché sono democrazie, ma perché credono di potersi aiutare a vicenda. Sono le nostre strategie a unirci. Ovviamente anche le forze dell’oscurità si stanno unendo tra loro. Ma in confronto alle democrazie consolidate dell’emisfero occidentale, dell’Europa e dell’Asia, hanno molto meno da offrire le une alle altre. Le democrazie consolidate hanno affrontato di peggio. Gli Stati Uniti, per esempio, hanno alle spalle una storia di ripetute ondate di febbre populista. Anche di recente, abbiamo vissuto di peggio. Le sollevazioni e le forze controculturali degli anni Sessanta resero l’America di allora un posto ben più turbolento di oggi. La politica americana è stata sconvolta dallo scandalo Watergate. Si potrebbe anche dire che la crisi finanziaria del 2007-2008 ha spinto al limite gli americani più di quanto non lo siano ora. La democrazia dovrebbe prendersi una pillola per rilassarsi. Il populismo è allo stesso tempo ‘il canarino nella miniera’ che mette in luce il contrasto dei problemi esistenti con l’ordine stabilito, e una ‘valvola di sfogo’ che permette la libertà di espressione, in modo da avere un’alternativa ad altre forme di distruzione. Le democrazie consolidate sono molto resilienti. Io scommetto che possono adattarsi e rispondere bene ai presenti sovvertimenti politici”.