Il figlio

Il prelievo coatto dei minori, orrore sul quale non si può tacere

Paola Tavella

Un'inchiesta di dieci giornaliste racconta del trattamento crudele e discrezionale con cui alle madri vengono strappati i loro figli. Procedimenti controversi e spesso screditati dalla comunità scientifica internazionale

Bambini strappati alle madri sulla base di una perizia tecnica di ufficio, un referto psicologico che contiene la diagnosi di “alienazione parentale”, la famigerata Pas, truffa psico-giuridica inventata negli Usa e ampiamente screditata che, nei casi di separazioni conflittuali, giunge a legittimare il taglio del legame con la mamma per costringere i figli a accettare il padre, anche quando lo temono perché violento o abusante. Di questo parla Senza Madre. Storie di figli sottratti dallo Stato (Edizioni Magi), una lunga inchiesta che abbiamo scritto in dieci fra giornaliste, ricercatrici e attiviste, dopo un lavoro più o meno sotterraneo durato anni. Lo firmano Clelia Delponte, Franca Giansoldati, Flavia Landolfi, Silvia Mari, Assuntina Morresi, Monica Ricci Sargentini, Nadia Somma, Emanuela Valente, Livia Zancaner e la sottoscritta. La prefazione è di Francesca Ceroni, magistrata della Procura Generale della Cassazione. Scrive che la violenza e non è compatibile con l’affidamento congiunto, un uomo violento non può essere un “buon padre”.

 

Principio sancito dalla Convenzione di Istanbul ma disatteso, anche con esiti tragici. Il più atroce, la morte di Federico Barakat, 8 anni, ucciso a coltellate dal padre nel 2009 durante un incontro protetto, imposto al bambino nonostante denunce di pericolosità e instabilità. Nel libro altre storie vengono raccontate, e alcune durano da molti anni. In passato le madri accusate di “alienazione” tacevano, i Tribunali minacciavano di cancellare il rapporto ancora concesso con i loro figli se avessero reso pubblica la storia. Ci sono volute la disperazione e il coraggio di Laura Massaro per meritare la cronaca. Difesa dalle avvocate Ilaria Bojano e Teresa Manente, Laura ha infine vinto e la Cassazione ha bandito l’alienazione parentale dai tribunali, messo fuori dallo stato di diritto il prelievo coatto dei minori, sancito il principio dell’obbligo di ascoltare i bambini. Scrive infatti Assuntina Morresi che, a dispetto della legge, non vengono quasi mai interpellati; è sufficiente una diagnosi di madre “malevola”, “simbiotica”, “collusiva” – nuove parole misogine per definire la mamma che protegge il figlio – per prelevarli senza pietà e chiuderli in comunità per essere “riprogrammati”.

 

È un trattamento crudele, discrezionale e basato su perizie psicologiche in sequenza. Il prelievo coatto dei minori è un orrore sul quale non si può più tacere, è la replica infinita del famoso prelievo di Cittadella nel 2012, un bambino scappa e gli agenti lo inseguono, lo prendono per le mani e per i piedi e lo portano via di peso. Il padre è il mandante, e assiste. Ma la zia dà il video a Chi l’ha visto che lo mostra a tutta Italia in prima serata, il capo della polizia si scusa, la Corte d’appello riporta il figlio a sua madre, mette nero su bianco che la Pas non esiste. Non esiste, eppure viene ampiamente usata, tuttora insegnata in scuole di psicologia giuridica e corsi di formazione, accreditata da stimati professionisti e insospettabili psicoterapeute, perché lucrosa: le sole perizie valgono migliaia di euro, le madri sono costrette a vendere tutto quello che hanno per difendersi. Ora in Francia la deputata francese Isabelle Santiago ha firmato un testo di legge votato all’unanimità dai partiti di destra e di sinistra, prevede la revoca della potestà genitoriale in caso di condanna per violenza domestica. Qui in Italia la Commissione Femminicidio bipartisan del Senato, presieduta da Valeria Valente, nella scorsa legislatura ha condotto un’inchiesta sulla “violenza istituzionale” esercitata su donne e bambini in questi procedimenti, con l’invito a cambiare la prassi nei tribunali, affinché i bambini vengano ascoltati, le donne credute, gli uomini capaci di fare questo ai loro figli finalmente fermati, le case famiglie costrette alla trasparenza.

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