(Anne Nygård via Unsplash) 

IL FIGLIO

Ritorno al passato dopo la morte del padre. Per rivivere e per ricostruire

Giacomo Giossi

L’idea di lutto come scambio continuo tra un sentimento di assenza e un bisogno straziante di presenza nel libro "In tua assenza" di Claudio Coletta

Quando un padre se ne va e ci lascia per sempre, non si ha mai chiaro se quello che andremo a vivere faccia parte del futuro o se non sia invece un ritorno al passato, ad un’infanzia sotto nuova forma. Il tempo dell’addio richiede infatti di misurare una distanza inedita e come tale difficile e complessa da percorrere. Ed è ritornare a vivere insieme, l’uno per l’altro, la sorte che tocca adesso ai tre figli: Alessandro, Silvia e Gabriele, riuniti per la morte del padre e protagonisti del romanzo di Claudio Coletta, In tua assenza (pubblicato da Sellerio). 

 

Tutti e tre hanno infatti la possibilità di rivivere, stando nuovamente uno a fianco all’altro, un passato che avevano rimosso e forse cercato di cancellare. E’ questo il momento di prendersi l’occasione di ridisegnarlo attraverso una nuova interpretazione di se stessi. Chiaro, non potranno rivivere le giornate passate, ma i ricordi che di giorno in giorno divengono sempre più ingombranti porteranno i fratelli a vivere un vero e proprio cambiamento di stato. Si scioglieranno in una nuova dimensione, in una sorta di unico corpo fraterno capace di liberare i pensieri nascosti che per anni si sono annidati nella loro mente, impastando di pregiudizi e inutili moti di orgoglio il loro tempo e la loro relazioni. 

 

Claudio Coletta elabora così l’idea di lutto come scambio continuo tra un sentimento di assenza e un bisogno straziante di presenza. Un vero e proprio sconvolgimento emotivo che è impossibile elaborare con i medesimi vecchi (e abusati) strumenti che i fratelli hanno utilizzato in passato per proteggersi, ma che come risultato ha solo portato ad un progressivo allontanamento l’uno dall’altro. Il romanzo si muove per cerchi concentrici: questi cerchi hanno per protagonisti i tre figli che si alternano capitolo dopo capitolo come protagonisti e come voci fortemente distinte, ma destinate ad amalgamarsi. Di ognuno conosciamo piano piano la vita, le pulsioni e le nevrosi, la forza e la debolezza. Ma il lutto per la scomparsa del padre scioglie passo dopo passo la maschera di un ego imposto (o autoimposto) che ora rivela tutte le crepe e l’impossibilità di contenere i multipli aspetti che appartengono ad ognuno di loro. 

 

Da luogo della soppressione e dell’implosione delle loro più intime differenze, la famiglia diventa così l’innesco di una possibile liberazione, seppur con tutti i rischi del caso. I tre figli si trovano infatti di fronte ad una narrazione familiare e a un lessico che va totalmente scoperchiato, ora che la famiglia va ad assumere obbligatoriamente una forma inedita e non semplicemente monca. Si pone per loro la necessità di essere se stessi nella mancanza, prima ancora che nell’assenza del padre. Non essere più figli, ma al tempo stesso restarlo per sempre. Vivere liberamente il ricordo del padre, ma senza più appartenere a lui e al suo potere a tratti distruttivo. La luce del padre, quale origine esistenziale dei figli si è spenta e da questo momento si avvia una mutazione che offrirà ad ognuno di loro la possibilità di essere finalmente se stessi, oltre il peso di un giudizio paterno ora non più rilevante.

 

In tua assenza è il racconto dei pensieri e degli sfoghi di una famiglia la cui esistenza viene duramente messa alla prova, ma che da quella prova trae la visione necessaria per una vera e propria messa in scena capace di rinnovarsi, restituendo fiato alle esistenze di ognuno dei suoi componenti. Quasi una sintesi del concetto di famiglia, che dalle urla passa con grazia al brusio fino ad arrivare alla levità di voci finalmente sussurrate con affetto. Un’apparente resa alla morte che diviene il tentativo coraggioso per una vita nuova.

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