(foto LaPresse)

Le gemelline siamesi operate alla testa che resteranno comunque unite per sempre

Lorella Tucci

Adesso queste bambine potranno camminare, andare in bagno, vivere, giocare in una individualità che non avevano ancora conosciuto

Cara Annalena, chissà se hai letto di quelle due gemelline siamesi africane che sono nate unite per la testa, e potevano vedersi solo attraverso un gioco di specchi. E chissà che altro, non so nemmeno se hanno potuto ancora imparare a camminare. Sono state operate a Roma al Bambin Gesù, molte operazioni, molte ore, molti medici, e insomma sono riusciti a staccarle e a renderle autonome l’una dall’altra: ho visto le foto delle teste fasciate, con i turbanti, entrambe in braccio alla madre, e mi sono commossa. Ancora più che per loro, che davvero sembravano felici anche nelle foto precedenti l’operazione, e anzi adesso sembrano un po’ sgomente, per il sorriso di quella madre. Giovane, bellissima, con gli occhi pieni di un dolore liberato. Ho letto che la presidente del Bambin Gesù era in missione in Africa e le ha incontrate in ospedale, ha deciso di portarle in Italia. Là infatti non avrebbero potuto operarle. E’ una storia molto bella, adesso queste bambine potranno camminare, andare in bagno, vivere, giocare in una individualità che non avevano ancora conosciuto. Soprattutto sono vive! Mi chiedo se si mancheranno, se parrà strano non avere sempre la sorella accanto. Sono sicura, anche a guardare gli occhi di quella madre, che resteranno unite per sempre. Un caro saluto.

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