Le vecchie paure e quelle nuovissime, e le solite testate al muro
La Fomo è scomparsa, per ora, ma ecco arrivare la Fogo. Care dolci fresche sindromi
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Penso che il cane si sia messo in quarantena, chissà cosa ha saputo
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E poi, e poi?
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In piedi davanti alla finestra ho sussurrato: e se non finisse mai? Hanno riso tutti
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Perché esistiamo?
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Giropizza mai
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Il ragazzo accanto al fosso e il doppio sguardo di rovina e di sole nei versi di Marcoaldi
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Tutta la pazienza
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Il latte rovesciato, la spazzola lanciata, e l'inizio di una personale fase due
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Prendere a calci l'aria, fumare in bagno, e tutti gli esercizi di libertà
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Sì, viaggiare
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Rumore di donna
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Lasciarsi un attimo prima del lockdown, e da lì scoprire che non si muore per amore
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Le infezioni collaterali
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La passeggiata
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Non ho ricevuto la medaglia alla bontà, mi sono offesa ma è giusto
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A Silvia!
Ci sono giorni che funzionano più o meno così: sveglia, testata al muro, molto caffè, testata al muro, piatti della sera prima, testata al muro, in un ritmo che può crescere o decrescere a seconda delle buone notizie o dei disastri in arrivo. In una giornata di isolamento come si deve, di quelle in cui ad esempio la lavastoviglie perde acqua da sotto, il wifi salta, il frigo è pieno di avanzi inservibili e misteriosi, quella cosa di cui tutti abbiamo detto: non la finisco oggi perché la mangio domani, e poi il giovedì ha superato il mercoledì e anche il martedì e il lunedì, e quella cosa, di solito con verdura, è rimasta lì, dentro un piatto, e quando qualcuno apre il frigo anche quella cosa distoglie lo sguardo, imbarazzata, e adesso però quella cosa ha preso un’altra forma, un altro colore, e si è completamente mimetizzata, fa parte del paesaggio frigoriferico, ha una sua nuova identità, e nel buttarla nella spazzatura io sento, giuro che le sento, gli addii e i pianti del salame, del pecorino, della Coca Cola, che si erano affezionati a quella cosa, e in fondo mi ero affezionata anch’io, nonostante non riesca in nessun modo a ricordare che cosa fosse, all’inizio, quella prima sera in cui ho deciso di lasciarne un po' per il giorno dopo: in una giornata così, insomma si potrebbero contare decine di testate al muro. Ma anche la giornata più muro, che di solito si piazza a metà settimana, direi il giovedì, ha i suoi insegnamenti, le sue scoperte.
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- Annalena Benini
Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.