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Le differenze fra maschi e femmine, la violenza e i fenicotteri rosa

Annalena Benini

Lui tira pugni anche all’aria, lei va pazza per i musical, ma nella laguna ecco la verità

Mio figlio esce raggiante dalla lezione di Pugilato, ha i guantoni appesi al collo ed è tutto sudato con i capelli bagnati, ha fame. “Ogni volta è più bello”, dice. E’ il più piccolo del corso, ma vedo che escono anche molte ragazze. “Magari allora piacerebbe anche a tua sorella”, dico io, immaginando per un attimo la salvezza di quell’incastro favoloso e magico chiamato in modo improprio ma efficace: due piccioni con una fava. Lui scuote la testa, dà un morso al panino e dice: “No, a lei non piace la violenza”. La violenza? “Non volevo dire la violenza, volevo dire la difesa”. La difesa, la violenza. Lei si difende eccome, li vedo quando si picchiano sul divano e io continuo a lavorare perché li vedo ma in realtà non li vedo, sento solo che alla fine piange sempre lui, le urla: nell’occhio noooo. Ma a lei non interessa la violenza, e neanche la difesa. Lui sogna che entri un ladro la notte in casa per prenderlo a calci e pugni, lei ha paura che gli uccellini di notte sentano freddo e vorrebbe tenerli dentro casa, solo per stanotte mamma. Lui non vuole mostrarmi i compiti per casa, li fa di nascosto e dice che sono “cose sue” (probabilmente non vuole che io veda che ha scritto Giovanni con la J, Jovanni, perché l’ultima volta sono quasi svenuta, e anche Po, inteso come fiume, con l’apostrofo), lei vorrebbe che studiassimo sempre insieme e che io controllassi e correggessi ogni frase.

 

Lei va pazza per i musical, lui ho dovuto trascinarlo in catene a vedere Mamma mia! e Mamma mia 2 e ha detto che comunque tutti cantano a caso (a proposito, Theresa May che è entrata al congresso a Birmingham ballando Dancing Queen degli Abba è stata grandiosa, forte, commovente). Lui dice che tutte le femmine sono bruttissime (tranne me, e ieri mi ha regalato un Puffo comprato a un mercatino della scuola in cui si usano le foglie cadute come denaro), lei dice che John Travolta in Grease è “stupendo”, e le piacciono anche Chandler di Friends e Alvaro Soler, e anche uno non della sua scuola. Lui vuole la carne al sangue, lei dice che quando taglia la bistecca pensa alla mucca che soffre, e anche il pollo arrosto ormai è diventato un problema. Sono queste le differenze fra maschi e femmine?, mi chiedo mentre guardo lei che legge Tex e lui che gioca con lo slime.

 

Sono le differenze fra gli esseri umani. Anche se mio figlio si è infuriato perché si è accorto che l’interno delle tasche della felpa nera nuova con cui ha intenzione di diventare il più popolare della classe sono, per uno sbaglio di fabbricazione, rosa shocking. E sua sorella gli ha detto: tanto lo sanno tutti che è il tuo colore preferito, e lui allora le ha dato un calcio e lei gli ha messo il solito dito nell’occhio e io come al solito non ho detto niente. E quando alla fine dell’estate sono andati insieme a fare un giro in bicicletta nelle valli di Comacchio per vedere i fenicotteri rosa, e loro due sono andati troppo avanti e si sono ritrovati all’improvviso soli, in mezzo a lagune e fenicotteri su una zampa sola, lui che sempre sogna un’occasione per mostrare il suo coraggio (anche qualcuno che aggredisca sua madre per strada: ha promesso, in quel caso, di “infierire sul cadavere”), lui che tira pugni all’aria e ai cuscini per ore intere, si è messo a piangere spaventato. Lei, che ha paura di scendere le scale del nostro palazzo da sola perché ci sono gli spiriti, gli ha fatto coraggio, gli ha detto che potevano costruire una capanna per ripararsi la notte, se non fosse arrivato nessuno. Lui allora ha pianto più forte, proprio urlava, i fenicotteri erano molto infastiditi. Quando alla fine gli adulti si sono materializzati, Giulio ha ricominciato a tirare pugni all’aria e a fare le impennate con la bicicletta e a spaventare i fenicotteri, mentre Benedetta cercava di fotografarli.

 

Gli ho chiesto, dopo: ma di che cosa avevi paura? Ha detto: “Che ci avevate abbandonato”. Ma non ti abbandoneremo mai, staremo sempre insieme, e comunque eri con tua sorella e lei non aveva paura. “Ma lei è una femmina, ha più coraggio”.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.