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Non c'entra la fortuna con il gol di André Silva al 94esimo

Mirko Volpi

E’ piuttosto lo statisticamente pirotecnico esito di una partita che per le strane contorsioni di quel gioco imprevedibile che è il calcio

Non chiamatelo culo. Una vittoria, per giunta in trasferta, che arriva al novantaquattresimo, all’ultimo granello di sabbia della clessidra, così al limite che l’arbitro non fa nemmeno riprendere il gioco, non è mai figlia del futile capriccio di una qualche volubile divinità cieca. No, decisamente no. E’ piuttosto lo statisticamente pirotecnico esito di una partita che per le strane contorsioni di quel gioco imprevedibile che è il fòlber si era con ostinazione bloccata sullo zero a zero. Esito aureo signando lapillo, d’accordo: la buona (e tanto più la cattiva) sorte gioca sempre un match a parte al quale non possiamo mai attivamente partecipare se non alla fine, per raccogliere un successo, o per pagare il conto della sconfitta. Eppure – lo ribadisco senza tema – esito non immotivato, né casuale, reso (questo sì) più scintillante dall’autore del gol, a sigillo di un copione, ammettiamolo, recitato non sempre in modo brillante (abbiamo visto Milan migliori, negli ultimissimi mesi). Come un numero ritardatario del lotto, quello su cui gli incalliti scommettitori, dilapidando considerevoli porzioni di stipendio o di pensione, puntano con maniacale, e forse non così del tutto antiscientifica costanza, ecco finalmente risplendere nell’area genoana il ciuffo del bell’André (che movimento!, che gesto!), il cui tabellino in campionato perde quell’inspiegabile illibatezza che tanto imbarazzava anche i più convinti tra i suoi estimatori rossoneri.

 

 

Il gol allo scadere – dicevamo – non è questione esclusivamente riservata all’irragionevolezza della fortuna (lasciamo che a crederlo siano i tifosi triviali). Occorre, quantomeno, avere gambe e fegato, trovarsi dalla parte giusta, proiettasi indefessamente verso l’obiettivo, sguainare il brando fino all’ultimo. Come ha fatto il Milan, come ha fatto Suso il Magnifico, imbroccando in extremis il suo tipico movimento a rientrare sul sinistro pennellatore di dolcissimi assist. E dolce è adesso pure la classifica, e la prospettiva di un ancor più deciso avvicinamento ai cugini bauscia, attendendo il derby e derby permettendo. Purché gli effluvi di queste vittorie in serie non ci annebbino la vista e non dimentichiamo la lezione infertaci dall’Arsenal. Ma siamo certi che il cuore intelligente di mister Gattuso vigilerà anche sulle demoniache tentazioni della superbia.

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