Vincenzo Montella (foto LaPresse)

Inter e Milan lasceranno alla Fiorentina la qualificazione all'Europa League

Mirko Volpi

"Vecchio, i’ vorrei che tu e i negrazzurri tuoi all’internazional competizion, Lega d’Europa nomata, andaste", ha detto Montella; "Io venia pien di gaudio a proporti la medesma cosa!", ha risposto Vecchi

Vincenzio Montella, condottiero rossonegro

Stefano Vecchi, condottiero negroazzurro

 


 

Montella: Vecchio mio, mio buon amico, vien un poco a ragionar meco.

Vecchi: Vincenzio diletto, non v’ha cosa che più grata mi fia.

Montella: Prima che orrevolmente si favelli, libiam codesto divino idromele che d’Iperborea feci all’uopo arrivar.

Vecchi: E tu lascia che sul capo ti ponga un serto di lauro che stamame per te intrecciai.

Montella: Magnanimo sei.

Vecchi: E tu d’ogni virtù repleto.

Montella: Una – omè lasso! – me ne manca…

Vecchi: Ah, che dici? In mia fè, giammai ‘l crederia.

Montella: Un gran dono farti vorria, ma ancor non son da tanto.

Vecchi: Veramente è codesta una corrispondenza d’amorosi sensi!

Montella: Che intendi, Vecchio?

Vecchi: Che anco io di munificarti secondo li merti tuoi ho in animo.

Montella: Oh qual giubilo! Qual inattesa cavalleresca consonanza!

Vecchi: Nullo stupor, Vincenzio: consobrini siam.

Montella: Sei, né cado in fallo, un uomo giusto.

Vecchi: E tu savio.

Montella: E tu nobile.

Vecchi: E tu liberale.

Montella: E tu cortese quant’altri mai.

Vecchi: Non è virtù che nell’italico torneamento oggidì sovente alligni.

Montella: Un tempo i pedator seguian le leggi di cavalleria.

Vecchi: Di cortesia, di gentilezza esempi fra gli antiqui guerrier si vider molti, e pochi fra i moderni.

Montella: Convien ch’ovunque sia, sempre cortese sia un cor gentil, ch’esser non può altrimente.

Vecchi: Senza cortesia, ascender può mai l’uomo a vero onore.

Montella: Perché adorna il valor la Cortesia, qual ricco fregio d’or perla o rubino.

Vecchi: Orsù, sciogliam le lingue e squaderniamo a vicenda ‘l cor.

Montella: Vecchio, i’ vorrei che tu e i negrazzurri tuoi all’internazional competizion, Lega d’Europa nomata, andaste.

Vecchi: Qual miracol! Io venia pien di gaudio a proporti la medesma cosa!

Montella: Oh insuperabil grazia!

Vecchi: Oh ineffabil coincidenza!

Montella: Nol posso accettar.

Vecchi: Non posso accettar che tu non vogli accettar.

Montella: Dilapidammo già punti contro schiere d’inetti.

Vecchi: E noi già perdemmo con gli esserciti più grami per cedervi il giusto alloro.

Montella: Ovunque lasciammo segni di mediocrità per meglio aitarvi.

Vecchi: Delle ultime otto sfide, non una ci arrise: di più non si potria far.

Montella: Orsù, l’Europa v’attende.

Vecchi: Vostra è, maggior tradizion avete.

Montella: Ten priego, ite!

Vecchi: Giammai!

Montella: Odi, Vecchio, ho la soluzion. Parvermi i gigliati di gran carriera rinvenir. Facciam che loro sia ’l successo. Noi n’abbiam d’avanzo.

Vecchi: Ben parlasti, Vincenzio. Tra i due mediolanensi, Florentia goda.

Montella: E al diavolo il Catai.

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