L'allenatore del Crotone Davide Nicola (foto LaPresse)

Sogni e vaneggi provinciali. Cosa si sono delle Nicola e Martusciello in Crotone-Empoli

Mirko Volpi

In campo i calabresi hanno superato 4 a 1 i toscani grazie a una tripletta di Falcinelli, mentre in panchina i due allenatori conversavano amabilmente

Protagonisti

Davide Nicola, condottiero crotonese
Giovanni Martusciello, condottiero empolese

 

Nicola: Oh Giovan Martusciello, ecco, stendoti la man.
Martusciello: Volentier la stringo a chi mostra cortesia… ma tu chi sei?
Nicola: Come chi son? Son Nicola, lo duce dell’essercito crotonese.
Martusciello: Mai prima d’or ti vidi, o nobil condottiero.
Nicola: Di me forse sentisti dir le genti…
Martusciello: Il suon del nome tuo già mai toccò le orecchie mie.
Nicola: Saròtti inimico nell’odierna disfida contra le tue empolesi schiere.
Martusciello: Poco men cale.
Nicola: Qual maraviglia! Qual stupor!
Martusciello: Orsù, vien quivi: ragioniam un poco.
Nicola: Ma la battaglia infuria! I nostri fan zuffa cruenta!
Martusciello: Non è cosa ch’ad alcun importi.
Nicola: Oibò, che vai favellando?
Martusciello: Odi forse poeti innalzar canti a la compagin tua?
Nicola: Certo no, ma…
Martusciello: Trovi gazzettier che per i miei campion imbrattin carte?
Nicola: A tanto la memoria non sa ire…
Martusciello: Dell’italico torneamento i reietti siam.
Nicola: Ah! Nol dir! Fieramente fummo avversari de li più nobil paladin.
Martusciello: Tu solo il credi.
Nicola: Da Mediolano al regno de’ Sabaudi, da Roma a la borbonica capital…
Martusciello: …niun di noi s’avvide.
Nicola: Crudi motti!
Martusciello: Il ver discuopro.
Nicola: Di antica schiatta magnogreca discendiam.
Martusciello: Un volgo disperso che nome non ha.
Nicola: Di Milone di Crotone degni eredi siam!
Martusciello: E fugge dai brandi, e sosta non ha.
Nicola: Nostri son Pitagora, Democede, Alcmeone, e altri che non nomo.
Martusciello: Oscure vestigia ignote ai più.
Nicola: Oh me lasso!
Martusciello: O vana gloria de le umane posse!
Nicola: Le lucid’arme snudiamo, come quando di Sibari ci vengiammo.
Martusciello: E’ il misero orgoglio del tempo che fu.
Nicola: Tu mi sciogli al duol la lingua, e gli occhi al pianto.
Martusciello: Quei forti tengono il campo: noi all’oblio, alla polve destinati siam.
Nicola: Deh, noi parliamo e il tempo fugge: di nostre schiere la sorte ignota ci è.
Martusciello: Terminata è la tenzon?
Nicola: Deh, che odo? Nostro è il trionfo, sotto il segno del baldo Falcinello!
Martusciello: Tutto è vanità.
Nicola: Io sogno la fine del duro servir!
Martusciello: Sogni e vaneggi… e io ancor mi chiedo: ma tu chi sei?

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