Donna Rumba e il mal di schema di Allegri

Alessandro Bonan

Nella finale di Coppa Italia il portiere del Milan ha scambiato il pallone per un passerotto. E l'allenatore della Juve si abbandona a falli dialettici di frustrazione

Donna Rumba

Donnarumma ha cambiato comportamento, muscoli ed espressione. Ora si guarda in giro attonito, come sorpreso di ogni cosa che accade. Nella finale di Coppa Italia ha scambiato il pallone per un passerotto, con la paura di stringerlo troppo forte e ucciderlo. A Bergamo, in un epilogo che pareva già scritto, si è afflosciato sulle gambe e ha spinto debolmente la palla dentro alla porta. C’è una rumba che suona nella sua testa e lo distrae. Non è una danza d’amore e di passione, ma un passo incerto verso l’addio.

Mal di schema

L’Allegri trionfatore ce l’ha con chi gli parla degli schemi, di cui non accetta neppure l’esistenza. Del resto, gli schemi a Livorno non sono mai esistiti. Forse ha ragione, forse ha torto ma non è questo il punto. Quelli di Allegri sono falli dialettici di frustrazione. Per molti mesi lo hanno costretto a difendersi del suo gioco elementare al cospetto di Sarri, considerato il grande innovatore, il Picasso del calcio. E la vittoria non basta a dargli pace, perché lo condanna a spiegare la chiarezza. E spiegare la chiarezza non si può.

Beppe Braccio di Ferro

Beppe Iachini ha la stessa faccia accartocciata di Braccio di Ferro e quando parla sembra che, come lui, mastichi una pipa. Sabato sera Olivia lo aspettava con le gambe ciondolanti sulle tribune di San Siro. Popeye Iachini ancora non è riuscito a conquistarla. Serviva un cazzotto piazzato bene che facesse ribaltare quel Bruto di Spalletti. Iachini, come il suo omologo cartone, si è sparato il solito barattolo di spinaci e poi ha steso l’avversario. Se Olivia avesse un cuore, la prossima stagione, dovrebbe portarlo all’altare.

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