La paratona di Donnarumma e il ritorno dello 0-0

Alessandro Bonan

A San Siro Milik ha guardato Gigio con la faccia dell’esorcista con la croce in mano, mentre su cinque campi su dieci nessuno ha segnato

La paratona di San Siro

Se un uomo pesante cade fa più rumore. Questo di solito. Ma a San Siro non è successo. Donnarumma è precipitato in basso con la gravità del piombo ma è finito a terra con la leggerezza di una piuma e, come tale, si è adagiato sul prato nel silenzio. Milik lo ha guardato con la faccia dell’esorcista con la croce in mano. In pochi istanti il portiere gigante con la testa di un bambino, si era flesso, sbilanciato dalla parte giusta e poi, spingendo con forza sulle gambe, allungato come un treno sulla ferrovia. Kyrie eleison, Gigio.

Il conte Max

Il conte Max non gradisce la vulgata. E dopo le partite si esprime con parole in disaccordo con la massa. Eppure Allegri viene da Livorno che dal popolo trae ogni spunto, sia di mare sia di terra. Dopo Madrid, con sobrietà nobiliare, quasi snob, ha parlato di sfumature, di sogni e di avventure. Lasciando al popolo le conclusioni aspre, visto che ogni parola aveva assunto un dubbio gusto. Allegri è un uomo innamorato della vita e si capisce, per questo sorride più degli altri. Non è nato per crescere ma per divertirsi.

Il ritorno delle reti bianche

Quando il calcio era dentro le radioline accadeva sovente che la partita si addormentasse sopra le reti bianche. Erano gli anni Settanta, e lo zero a zero lo chiamavano risultato ad occhiali. C’erano difese arcigne e molte barbe al palo. Il calcio era più tecnico e meno rapido. Oggi che il gioco si è fatto diverso, più o meno bello non è possibile accertarlo, si segna sempre o quasi. Per questo fanno pensare cinque partite su dieci finite senza un gol. Come se all’improvviso, la nostalgia, avesse preso il sopravvento.

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