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il bi e il ba

Alla ricerca della chiave perduta della politica italiana

Guido Vitiello

Il libro di Filippo Facci riporta la nostra attenzione su Craxi e le monetine del 30 aprile 1993. Là dove dovrebbe sempre andare se si vuole capire dov'è finita la politica in Italia

Un ubriaco cerca qualcosa sotto un lampione. Arriva un poliziotto e gli chiede cosa ha perso. “La mia chiave”, risponde l’uomo. Dopo aver frugato a lungo, il poliziotto dice: “Ma è sicuro di averla persa qui?”. E l’ubriaco: “No, non qui, là dietro; solo che là è troppo buio”. Questa storiella ebraica può valere come allegoria del nostro rapporto elusivo e dislocato con la storia recente. La chiave perduta è la politica italiana. C’è un grande spiazzo illuminato su cui allestiamo monumenti, commissioni, processi, inchieste, più tutta una pubblicistica luttuosa: è il caso Moro. Tra gli ultimi arrivati nel cono di luce, un libro di Marco Damilano del 2018 che aveva per sottotitolo: “La fine della politica in Italia”. Solo che lì la chiave non si trova.

 

 

Intanto, lontano dai lampioni, Filippo Facci pubblica un libro che ha quasi lo stesso sottotitolo: “L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica”. Parla di Craxi e delle monetine del 30 aprile 1993. È lì, davanti al Raphaël, la nostra chiave smarrita, ma il buio ci fa paura: hic sunt leones – i leoni togati che dovrebbero stare sotto al trono e che ci si sono spaparanzati sopra. “Cominciano ad affollarsi in libreria i volumi sulla fine della seconda Repubblica mentre mancano quelli sulla fine della prima”, disse il caro Luigi Covatta parlando di un libro sulla clavis aurea, la vicenda del decreto Conso. Ma è più comodo cercare sotto ai lampioni di via Fani.

 

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