Il giornalista e presentatore televisivo Enzo Tortora con Tony Negri alla manifestazione dei Radicali (da archivio LaPresse)

Il Bi e il Ba

"Un cancro che mina dalle fondamenta"

Guido Vitiello

Salvini assolto dall'accusa di vilipendio dell'ordine giudiziario: si è salvata una metafora troppo ostinata - da Enzo Tortora in poi - per non contenere almeno un fondo di verità

Matteo Salvini è stato assolto dall’accusa di vilipendio dell’ordine giudiziario per aver detto, in un congresso leghista del 2016, che la magistratura è un “cancro da estirpare”. E’ una buona notizia. Non tanto per Salvini, di cui poco ci cale, quanto per l’onore di una metafora. Nel 1984 l’aveva usata Toni Negri: la magistratura, disse, è “uno dei peggiori tumori della società italiana”.

 

La riprese Enzo Tortora dopo la condanna in primo grado – ben prima, cioè, che la metafora scegliesse di incarnarsi dolorosamente proprio in lui (e poi in Naria, e in Valpreda): c’è “un cancro che mina alle fondamenta” una parte della magistratura. Il suo ultimo intervento, nel 1988, sarà in una trasmissione di Giuliano Ferrara intitolata appunto “Il cancro della giustizia”. Dagli anni Novanta è Berlusconi che comincia a martellare sullo stesso tasto oncologico. E ai tempi del processo Andreotti, l’avvocato Giulia Bongiorno racconta che dice sempre ai suoi assistiti: “Faccia conto che le sia venuto un tumore”. Colpevoli e innocenti, potenti e impotenti, benintenzionati e malintenzionati, comunisti, leghisti, anarchici, liberali: in tanti prima o poi hanno trovato che l’amministrazione della giustizia in Italia avesse qualche somiglianza con il cancro. La metafora è troppo ostinata per non contenere almeno una stilla di verità. Per questo è una buona notizia che il suo onore sia salvo.