Il bi e il ba

Nel Pd alla fine l'ha spuntata la mozione DiCaprio

Guido Vitiello

L'impatto con l'iceberg di Draghi ha seminato il panico tra i partiti: i più fortunati sono saliti su una scialuppa ministeriale, il M5s si aggrappa a Conte. E i dem? Si appoggiano sullo stesso blocco di ghiaccio degli alleati

Ricordate quando Corrado Guzzanti rifaceva Walter Veltroni impegnato nelle trattative sul candidato del centrosinistra? Una corrente del partito gli proponeva Leonardo DiCaprio come alternativa a Rutelli, e Veltroni rispondeva: “Io DiCaprio l’ho chiamato, è lui che ha rifiutato, perché ha detto ho già fatto ‘Titanic’, non mi posso fossilizzare nella parte di quello che affonda”. Quindici anni dopo, la mozione DiCaprio l’ha spuntata. L’impatto con l’iceberg di Draghi ha seminato il panico in Transatlantico. Molti sono rimasti sommersi, e salvo colpi di scena non li rivedremo più. I più fortunati sono saltati sulla scialuppa di un ministero, che è la migliore garanzia di sopravvivenza politica, o hanno optato per altre zattere (Leonardo, Fao, Unicredit). Poi ci sono quelli sospesi tra la vita e la morte, che sperano di restare a galla su qualche blocco di ghiaccio. Il M5s si aggrappa a Conte, anche se la sua popolarità al momento ancora solida rischia di liquefarsi da qui al voto. E il Pd? Ha abbracciato convintamente la linea DiCaprio. Già mezzo ibernato nelle acque nere, si appoggia sullo stesso blocco di ghiaccio dell’amor suo, e fa proposte che suonano sempre più spettrali: sposiamoci, corriamo insieme a tutte le amministrative, immaginiamo il centrosinistra dei prossimi dieci anni. Alla fine Rose si salva, Jack va a picco. The End.

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