il bi e il ba

In Italia a nessuno conviene fare quel che ha fatto Merkel: dire la verità anche se spiacevole

Guido Vitiello

Parlare francamente ai cittadini e manifestare pubblicamente la propria compassione paga solo quando il gioco della competizione politica si svolge su un saldo terreno cooperativo

Non so un tubo di teoria dei giochi, salvo qualche sbiadita reminiscenza universitaria del dilemma del prigioniero, ma immagino che non sarebbe difficile sviluppare una matrice per mostrare che nella politica italiana degli ultimi dieci anni a nessuno conviene fare quel che ha fatto Angela Merkel, ossia parlare francamente ai cittadini, non nascondere le verità più spiacevoli e manifestare pubblicamente la propria compassione.

  

Una strategia del genere paga, o almeno non danneggia chi la adotta, solo quando il gioco della competizione politica si svolge su un saldo terreno cooperativo – siano i valori comuni, la decenza elementare o il fair play. Non parrebbe il caso dell’Italia, dove chi dice parole di verità agli elettori – sull’emergenza sanitaria, la crescita stagnante, la montagna del debito – viene sbranato dai suoi oppositori, e se ha l’imprudenza di commuoversi in pubblico si attira sarcasmi, insulti e occasionali raduni squadristici sotto casa. È quel che è accaduto, letteralmente, a Elsa Fornero.

 

Le conseguenze di questo stato di cose sono prevedibili: non potendo mai contare, neppure nei versanti più tragici, sulla lealtà degli avversari, tutti fanno a gara a imbellettare e inzuccherare la realtà, diventando – per una volta è il caso di dirlo – negazionisti dei propri errori e dei propri fallimenti, anche quando sono inequivocabili. Si arriva così alla sfrontatezza – quasi un anagramma di strafottenza – di Conte e di Arcuri. Non so se il dilemma abbia un nome, so però che ne siamo prigionieri.

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