Il Bi e il Ba

L'ascesa politica del premier Conte sembra un romanzo

Guido Vitiello

Cos'hanno in comune il presidente del Consiglio e i protagonisti di due romanzi novecenteschi?

    Non so se avete mai sentito parlare di Nicodemus Dyzma e della sua favolosa carriera. E’ una storia polacca dei primi anni Trenta. Dyzma è un un uomo di provincia che arriva a Varsavia in cerca di lavoro. Mentre va a zonzo, trova l’invito a una festa che qualcuno deve aver perduto. Bene, si dice, ecco un’occasione per cenare a scrocco. S’infila uno smoking e si presenta al ricevimento. Qui si conquista le simpatie di tutti gli ospiti e fa amicizia con un membro del parlamento. Da questo momento in poi, la sua ascesa sociale e politica è inarrestabile. Gli offrono ogni sorta di incarichi prestigiosi per i quali non ha l’ombra di una competenza, ma quell’aria da persona arrivata lì per caso è ammirata dall’opinione pubblica come un tratto di umorismo svagato, se non di eccentricità. Al culmine trionfale della sua arrampicata offrono a Dyzma di diventare primo ministro, ma lui rifiuta, per timore che venga svelato il suo bluff. Questa, a grandi linee, è la trama di La carriera di Nicodemus Dyzma, romanzo di Tadeusz Dolega-Mostowicz del 1932. Quando, quasi quarant’anni dopo, il polacco emigrato negli Stati Uniti Jerzy Kosinski pubblica Oltre il giardino – libro che sarà reso famoso dall’omonimo film con Peter Sellers – viene accusato di plagio: la carriera di Chance il giardiniere ricorda troppo da vicino quella di Nicodemus Dyzma. Con una differenza, però: Chance è ingenuo e puro come un santo, Dyzma è un trasformista astuto, ambizioso e scaltro. Ora tutto sta a vedere se saranno gli eredi di Dolega-Mostowicz o gli eredi di Kosinski a fare causa per plagio a Giuseppe Conte.