Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Anche Conte rilancia la dimaiata “incredibile” di Tridico sul reddito di cittadinanza

Luciano Capone

Nella conferenza stampa di fine anno il premier è tornato a dire che, grazie a questa misura, la povertà è stata ridotta del 60 per cento. Ma è solo propaganda senza alcuna base statistica

Roma.Sono orgoglioso del Reddito di cittadinanza, è una misura che rivendico e mi batterò con tutte le mie forze perché sia conservata. Si è rivelata molto efficace per contrastare la povertà assoluta: le statistiche ci dicono che in otto mesi abbiamo un -60 per cento della povertà. E’ un risultato incredibile”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno. Il dato citato da Conte è davvero “incredibile”, ma nel duplice significato: è sia straordinario sia difficile da credere. Nella prima accezione, un più che dimezzamento della povertà assoluta – che fino a poco fa veniva considerata un’emergenza nazionale – in appena otto mesi e con una spesa di soli tre decimali di pil (peraltro con un “risparmio” di 1 miliardo rispetto alla somma inizialmente impiegata) sarebbe realmente un risultato fenomenale, senza precedenti nella storia e nella geografia, nel tempo e nello spazio.

 

Nella seconda accezione, il dato non è credibile perché non si comprende quale sarebbe la fonte di queste “statistiche” citate dal presidente del Consiglio. L’Istat – che è l’istituto nazionale di statistica – non ha fornito alcuna stima ufficiale, né alcuna previsione ufficiosa e si esprimerà ufficialmente con cifre consolidate attraverso il “report sulla povertà” che uscirà solo in primavera inoltrata. Le “statistiche” citate da Conte sono invece quelle diffuse a inizio dicembre dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, ma anche in questo caso non si comprende bene quale sia la fonte di questo “-60 per cento di povertà assoluta”, cioè chi e come abbia calcolato questo presunto impatto del Reddito di cittadinanza. Tridico ha affermato che sarebbe il frutto di una valutazione del Centro studi dell’Inps, che avrebbe misurato gli effetti del reddito di cittadinanza.

 

In realtà, come già evidenziato dal Foglio, nella presentazione del Centro studi dell’Inps sul reddito di cittadinanza mostrata alla Commissione europea ci sono diversi dati sull’impatto del Rdc: riduzione della disuguaglianza dei redditi di 1,2 punti percentuali (da 40,9 a 39,7); riduzione dell’intensità di povertà di circa 8 punti percentuali (da 38 a 30,5); riduzione della povertà relativa di 0,8 punti percentuali (da 14,9 a 14,1). Variazioni molto più contenute. Ma non c’è alcun riferimento a questo “-60 per cento” di povertà assoluta che sarebbe stato il risultato più incredibile e, proprio per questo, quello da mostrare con orgoglio alla Commissione europea (soprattutto visto lo scetticismo che, anche a livello internazionale, circonda questa misura). La realtà è che questo dato non proviene dal Centro studi dell’Inps, anche perché una riduzione del 60 per cento della povertà assoluta non sarebbe coerente con le variazioni molto più contenute di altri indici analizzati dal Centro studi.

 

Da dove salta fuori, allora, questo -60 per cento di povertà? Chi lo ha stimato? E su quale base dati? E’ impossibile saperlo. Il Foglio lo ha chiesto il 16 dicembre all’Inps, ma dopo oltre due settimane l’Istituto non ha ancora risposto quale sarebbe la fonte delle affermazioni del suo presidente.

 

C’è da dire che dopo che il Foglio ha sollevato il tema, Tridico – che in diverse precedenti interviste aveva diffuso quel numero divenuto la base della propaganda del M5s – ha smesso di usarlo. In una recente intervista al Messaggero Tridico non ha più parlato di un dato specifico sulla povertà assoluta, ma ha dichiarato che si “sta riducendo notevolmente di un ammontare che varia a secondo delle definizioni utilizzate, e su questo daremo dei dati definitivi anche insieme ad altri istituti di rilevazione”. Il “-60 per cento di povertà assoluta” è sparito, il presidente dell’Inps non lo usa più come dato attendibile. Ma ormai, una volta lanciato nel vortice della propaganda politica, il dato “incredibile” è diventato ufficiale anche per il presidente del Consiglio. Il più che dimezzamento della povertà è al momento una variante dell’“abolizione della povertà”, una mezza dimaiata insomma. Ma con un livello di manipolazione più grave, perché travestire la propaganda con le statistiche ufficiali inquina il dibattito pubblico e riduce la credibilità delle istituzioni. Del 60 per cento, o anche più.

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali