Foto tratta dalla pagina Facebook della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Basta arte cervellotica e sfinita, c'è bisogno di artisti originali

Camillo Langone

Il Premio Cairo è andato a Fabrizio Cotognini, uno che dice: “Decostruisco i classici”

“La decostruzione e l’indebolimento non possono durare in eterno. Prima o poi un qualche fondamento bisogna trovarlo” scriveva Maurizio Ferraris nel 2006. Niente da fare, parole al vento. Passata una dozzina d’anni, il Premio Cairo, che paradossalmente prende il nome da un imprenditore assai concreto, insiste a promuovere un’arte cervellotica e sfinita. “Decostruisco i classici” ha dichiarato il vincitore dell’ultima edizione, Fabrizio Cotognini. Ancora? Ancora a metter baffi alla Gioconda? Ma non vi siete stancati? Ma non vi rendete conto che è come raccontare cento volte la stessa barzelletta? Non avendo il coraggio o i soldi per distruggere una tavola rinascimentale, Cotognini ha distrutto due stampe del Settecento paciugandoci sopra con pennarelli, matite e adesivi. Più che Premio Cairo, Asilo Mariuccia. Oppure Art Attack. Poi è chiaro che la gente va a vedere Caravaggio... Le persone sane preferiscono l’arte del passato perché hanno fatto credere loro che l’arte del presente è, senza eccezioni, parassitaria e puerile. Non è affatto così. Dunque si faccia sapere che l’Italia pullula oggi di artisti originali, carnali, vitali, dunque venga spezzato il monopolio mondano degli artisti-sanguisughe.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).