Gianluigi Paragone. Foto LaPresse

Aridatece Paragone!

Redazione

Su La7 è sempre la solita Gabbia, solo che i domatori sono Gruber e Giletti

La “svolta di Salerno”, intesa come Andrea Salerno, nuovo direttore di La7, negli annunci consisteva nel fare della tv di Urbano Cairo la rete dell’informazione, della riflessione e dell’impegno civile. Insomma una Rai3 al passo coi tempi, la prosecuzione della Telekabul di Sandro Curzi con altri media: la tivù sociale al tempo dei social network. E per questo una delle prime scelte editoriali è stata quella di mettere da parte la tv proto-grillina e para-leghista di Gianluigi Paragone, la “Gabbia” in cui venivano infilati gli indignati antisistema e i complottisti di ogni risma, alternati dai servizi sui vitalizi. Meno pancia e più cervello: basta con le trasmissioni urlate, avanti con quelle ragionate, era la linea. Nella sostanza poco è cambiato. A parte le differenze scenografiche tra la Gabbia e “Otto e mezzo” ed estetiche tra Paragone e la Gruber, nel salotto buono di La7 Lilli, che spesso prova a combattere la linea populista della sua rete, ospita Ale Di Battista e Riccardo Scamarcio, per una puntata in cui il primo parla di paternità e il secondo di politica industriale: “Ri-nazionalizziamo l’Alitalia!”, dice l’attore di “Tre metri sopra il cielo”, che tra l’altro ha come faro in economia Paolo Barnard, il personaggio che proprio da Paragone spiegava come uscire dall’euro e dalla crisi. Massimo Giletti, il nuovo fiore all’occhiello di La7 tutto inchieste e qualità, invita il gigolò Roy Dolce e la trans Efe Bal per parlare di tasse e prostituzione, con l’avvocatessa escort che ha fatto perdere la testa a Weinstein. Poco prima, intermezzato da un servizio sui vitalizi dei politici, Giletti aveva come ospiti Cateno De Luca, il ruspante consigliere siciliano indagato, e per la seconda volta consecutiva Domenico Spada, membro del famigerato clan di Ostia. Ecco, dopo la “svolta” La7 “non è l’Arena”, ma sembra sempre la “Gabbia”.

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