Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani (Foto LaPresse)

Così Bersani lascia Roberto senza Speranza

Redazione

L'ex segretario non crede che il suo pupillo possa essere l'anti-Renzi: "Lo stimo, ma siamo sicuri che in giro non ci sia un giovane Prodi?"

Deve essere colpa del Paese. Di quest'Italia che un po' tutti descrivono triste e in crisi, piena di cervelli in fuga e senza futuro. Deve essere per questo che, dopo aver sacrificato Matteo Renzi sull'altare del referendum costituzionale, la minoranza Pd ha deciso di mettere da parte la sua unica Speranza. Intesa come Roberto.

 

E pensare che la sera del 4 dicembre, mentre il segretario-premier annunciava la sua decisione di lasciare Palazzo Chigi, l'ex capogruppo Democratico alla Camera, potentino classe 1979, sembrava già lanciato verso una carriera folgorante. Al fianco di Massimo D'Alema spopolava in Tg e talk-show pronto a prendersi il partito e a cambiare, finalmente, "la rotta". Dopotutto, in tempi non sospetti, Pier Luigi Bersani aveva detto di lui: "Speranza è un giovane fuoriclasse". Eccolo quindi, dopo esser stato ingiustamente relegato in panchina, finalmente in campo.

 

Passavano le settimane e Roberto, preso dall'euforia della vittoria del No, annunciava: "Arriverà presto il congresso Pd e io ci sarò, mi batterò. Accetto la sfida e sono ottimista perché non sono solo". Non pago iniziava addirittura un viaggio "nei luoghi dove oggi il Pd sembra non riuscire più ad esserci". Roba da vero candidato premier.

 

Poi il congresso del Pd si è allontanato (dovrebbe tenersi in autunno), a Palazzo Chigi è arrivato Paolo Gentiloni e la sinistra Dem ora guarda alle elezioni con la speranza che si tengano più tardi possibile. E Roberto? 

 

Le cronache ci raccontano che lo scorso 14 gennaio, mentre partecipava alla presentazione di un libro a Potenza, un giovane ha preso il suo iPad e glielo ha tirato addosso al grido di "il Pd vende armi all'Isis". Ma il colpo più doloroso, forse, è quello che gli ha rifilato Pier Luigi Bersani in un'intervista a Repubblica. "Il leader anti-Renzi è Speranza?" domanda l'intervistatore. "Lo stimo, non è un segreto - risponde -. Ma al di là dei nomi serve un segretario che si occupi del partito sdoppiandolo dalla figura del premier e non escludiamo a priori di pescare da campi che non sono del tutto sovrapponibili alla politica. Qualcuno può escludere che in giro ci sia un giovane Prodi?". L'entusiasmo di un tempo sembra un po' scemato ("lo stimo"). L'obiettivo di fare il segretario ovviamente resta, ma Roberto non ha Speranza di fare il leader.  

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