(foto LaPresse)

Ci aiuteranno le multiutility, spiega Besseghini presidente di Arera

Fabio Massa

"Se durante il lockdown c’è stata acqua, elettricità, smaltimento dei rifiuti, è perché le aziende si sono date da fare per reagire. Adesso possiamo costruire molto in termini di ripartenza"

Mentre eravamo chiusi in casa, a lavorare in quarantena, probabilmente non ci abbiamo fatto neppure caso al fatto che il computer si accendesse perché c’era la luce, che l’acqua continuasse a scorrere malgrado i mille guasti quotidiani sulla rete, che i rifiuti venissero ritirati e smaltiti. “Probabilmente, e non vorrei peccare di supponenza, le multiutility che garantiscono questi servizi sono state quelle che di più hanno contribuito, silenziosamente, e ovviamente dopo il sistema sanitario, a tenere in piedi il paese. Se c’è stata acqua, elettricità, smaltimento dei rifiuti, è perché le aziende si sono date da fare per reagire. Pensate come può essere stata la gestione delle squadre di emergenza decimate, con interventi magari difficili, con la gente blindata in casa”. La giusta riflessione è di Stefano Besseghini, il presidente di Arera. Arera è una authority, e precisamente quella che controlla i settori dell’energia elettrica, del gas, dei servizi idrici e del ciclo dei rifiuti. Parlando con il Foglio Besseghini traccia una via, che necessariamente è stretta vista la situazione, ma che può essere un modo per uscire dalla crisi salendo sulle spalle dei giganti. I giganti delle reti e dell’energia. “Sulle nostre aziende si può costruire molto in termini di ripartenza. Pensate all’energia e alle reti: sono fornitori che hanno una prossimità enorme rispetto al settore produttivo. Così come le società hanno risentito immediatamente della discesa nei consumi, ora risaliranno. Certo, non è stato un momento semplice. Però diciamo che problemi veri non ce ne sono mai stati, salvo uno squilibrio tra domanda e offerta. E c’è anche un dato su cui riflettere”. Quale? “Credo che la parte green della nostra produzione energetica sia matura. L’energia usata durante la quarantena è stata per la stragrande maggioranza di tipo rinnovabile”.

 

Insomma la sostenibilità e le idee di Greta non si sono fermate? “Attenzione, calma. Si è anche dimostrato che la componente fossile è fondamentale nel nostro sistema. Il ragionamento è più complesso e meno ideologico. E anche più pragmatico, perché l’Autorità non deve spingere o frenare la sostenibilità. L’Autorità parla di tariffe e servizi, quindi è molto concreta. Penso che alcune spinte siano troppo ideologiche o proiettate in avanti, ma che ci sia da bilanciare impatto ambientale, capacità di soddisfare i consumi e il costo dell’energia prodotta è un dato di fatto. Quando parlo di sostenibilità, parlo anche di sostenibilità per gli utenti: dunque, del costo dell’energia”. Il petrolio così basso ha aiutato? “In effetti la produzione di energia da oil è molto limitata. In Italia si produce energia un po’ dal carbone, moltissimo dal gas e molto dalle rinnovabili. I prezzi di petrolio e gas hanno viaggiato per molto tempo appaiati. Poi, con la comparsa del gas naturale liquido l’accoppiamento di prezzo è stato meno stretto, ma anche il costo del gas è crollato in modo importante. E questo determina ancor di più fuori dal sistema la tecnologia del carbone e delle altre tecnologie CO2 intensive, insomma le più inquinanti. Il gas a basso costo ha degli effetti sul nostro sistema”.

 

Anche su quello produttivo, che poi è concentrato nel nord del paese. “Penso che la parte produttiva debba avere elementi di chiarezza per sapere come muoversi. Dal punto di vista dell’Autorità, e dunque dei costi che le aziende sono costrette a pagare, abbiamo provato a stimolare una riflessione sulle componenti fisse della bolletta. Abbiamo proposto al governo, che ha recepito, di non far pagare alle aziende le parti fisse della bolletta compensando con la fiscalità generale. E’ un intervento importante perché se uno consuma zero, prima comunque pagava. Adesso no”. Poi ci sono le famiglie. “In questo caso sono stati bloccati i distacchi per i morosi per  mancati pagamenti acqua, energia, gas. Inoltre sono state prorogate al 31 luglio le scadenze dei Bonus sociali per le utenze di acqua, luce e gas destinati alle famiglie più bisognose. Stiamo parlando di circa 2,4 milioni di famiglie, vale a dire poco più di 7 milioni di italiani. Arera ha chiesto al governo e ottenuto che dal gennaio 2021 i bonus siano riconosciuti in modo automatico a coloro che hanno il valore di Isee che prevede il diritto: non si dovrà più far domanda”. 

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