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2019, l'anno in cui cambiano governance i gioielli MM e Sea

Fabio Massa

E’ sulle spalle delle partecipate che si reggono le città. Visioni strategiche per il futuro, più che poltrone. Le principali

Le idee camminano sulle gambe degli uomini, ma le città si amministrano con le spalle (sperabilmente abbastanza larghe) delle società partecipate. Servizi e dividendi, poltrone e visioni, progetti futuri e presente. Tutti passano da là, dai terminali dell’operatività che diventano essi stessi fautori di strategie. Non si può parlare di smart city senza iniziare a parlare di A2A, a Milano. E solo per fare un esempio. In questo anno Domini 2019 le partecipate che “vanno a scadenza”, ovvero i cui vertici dovranno necessariamente essere rinnovati, sono principalmente due: MM spa e Sea. Ovvero, la multiutility del Comune di Milano e forse il gioiello della corona, a un punto di svolta epocale. Ecco dunque una piccola rassegna di quel che c’è da tenere d’occhio su una partita che non solo di seggiole, ma riguarda soprattutto i progetti in corso e il futuro.

 

SOTTOTERRA - Il presidente di MM, una volta Metropolitane Milanesi, è Davide Corritore. Ex direttore generale del Comune di Milano, formazione finanziare e testa politica (a sinistra) dovrà lasciare dopo due mandati alla guida di quello che è diventato un colosso strategico. Il regolamento infatti varato da Giuliano Pisapia impone che i manager non possano mai fare più di due mandati. Un’assurdità figlia dei tempi del giacobinismo a-meritocratico. Ma tant’è. MM spa oggi è assai differente rispetto a quando cominciò l’avventura di Corritore. Da erogatore di progetti per la realizzazione delle metropolitane, e dunque puramente di servizi ingegneristici, MM spa è diventata molto altro. Era già, ed è ancora gran parte del core business, il gestore dell’acqua pubblica milanese. Alle prese, come tutte le altre società analoghe, con il progetto di legge a trazione grillina che andrebbe a scassare l’intero sistema Italia. Poi a queste due vocazioni (ingegneria ed acqua) si sono aggiunte le case popolari del Comune, un impegno decisivo in vista delle prossime elezioni. Se è vero come è vero che Matteo Salvini intende vincere il Comune bypassando la Zona 1 e puntando sulle periferie, allora il confronto tra Aler (Regione) e MM diventerà sempre più serrato. A tutto questo si aggiunge che di fatto MM spa è ormai la stazione appaltante di tutte le più grandi commesse della città. Quello che un tempo fu Infrastrutture Lombarde per Regione Lombardia (oggi ridotte neppure all’ombra di quello che furono, funestate da pasticci giudiziari ma non solo da quelli, sono cambiati tempi e visioni) oggi lo è MM per Palazzo Marino. E’ chiaro che trovare un presidente sarà cosa complicata. Dovrà avere doti manageriali, ovviamente. Doti finanziarie, giacché tra le altre cose MM ha anche emesso gli “idrobond”. E doti politiche, vista la strategicità del ruolo anche in termini di governo della città. Inoltre, dovrà andare ad integrarsi in un sistema retto da molto tempo dal direttore generale Stefano Cetti, e dunque assai compatto. Ad oggi, di nomi, non ne girano. E comunque il sindaco non ci ha ancora messo la testa. Ma dovrà farlo, e a breve.

 

PER ARIA - La situazione di Sea è completamente diversa. Il presidente Pietro Modiano, ormai ex (il suo posto lo ricopre la bravissima Michaela Castelli), si è ritirato anticipatamente per gestire il caos Carige. La scelta di Modiano, in ogni caso, è avvenuta in un momento cruciale, considerato che la strada di Sea è assai stretta e impervia. Anche se a guardare i conti non sembrerebbe. Anzi, è proprio la bontà dei conti a renderla difficile. Sea infatti ha livelli di redditività enormi, frutto di un lavoro ottimo. Come passaggio intermedio, ma decisivo, verso il prossimo presidente, è arrivato Armando Brunini da F2i, il socio di minoranza rispetto al Comune: ricopre il ruolo di amministratore delegato e di fatto le prime linee sono già state azzerate. A livello di management, sta cambiando tutto, e pure bruscamente. Essendo Brunini uomo appunto di F2i, con grande esperienza e voglia di fare, è facile intuire che Palazzo Marino, che è il socio di maggioranza, possa volere un fedelissimo, con identica vision di governo e assoluta consonanza di idee. Anche perché i problemi sono due. Sea si trova a un bivio: deve essere per Palazzo Marino un bancomat da cui estrarre dividendi frutto di una gestione oculata e assai redditizia? Oppure deve essere un asset strategico che imposti un futuro aeroportuale per la città? La prima cosa da gestire è il rapporto con SACBO, la società che gestisce Orio al Serio e di cui Sea è socio di maggioranza: dovrà espandersi in quel senso, oppure no? Che cosa ne pensa l’azionista? Il secondo problema è sulla proprietà: il Comune intende alienare altre quote di Sea? E se sì, come? Vendendo o quotando in Borsa (antico pallino del presidente storico Giuseppe Bonomi, oggi in Arexpo e fedelissimo di Fontana, arrivato, incolpevole, a una incollatura dall’arrivo ma senza successo)? 

 

ULTIME SFIDE - Le fondazioni A metà del 2019 ci sono anche da rinnovare Fondazione Fiera e Fondazione Cariplo. Sono partite molto diverse, e molto complesse. Tutto è in movimento e niente è definito. Di certo, nei palazzi, è un gran fermento.

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