(foto LaPresse)

L'indice CFR e il miglioramento delle politiche sociali

Daniele Bonecchi

La Fabbrica dell’Eccellenza (e i dati della Commissione europea) sul rapporto tra lavoro e famiglie

Fabbrica per l’Eccellenza è la “learning community” aperta ad aziende appartenenti alla categoria delle medie imprese e anche a organizzazioni più piccole, ma ad alto potenziale di crescita, lanciata pochi anni fa dalla Compagnia delle opere per immettere in un circolo virtuoso saperi, competenze, esperienze che possono essere patrimonio e stimolo non soltanto per una determinata azienda, ma per tutti. Ora la Fabbrica per l’Eccellenza ha scelto di misurare il rapporto virtuoso che esiste – o dovrebbe esistere – tra il lavoro e la famiglia nelle Pmi. Nasce così la CFR (Corporate Family Responsibility), ovvero un indice per misurare anche in modo quantitativo il bilanciamento famiglia-lavoro nelle aziende italiane ideato. Un sistema di valutazione messo a punto proprio da Fabbrica per l’Eccellenza.

 

L’individuazione del nuovo Indice si è mossa in parallelo alla raccolta dei dati della ricerca EQLS (European Quality of Life Survey) della Commissione europea, che fornisce le conoscenze per contribuire allo sviluppo di migliori politiche sociali, occupazionali ed economiche relative al lavoro. Nel 2016, secondo l’indagine, nell’Europa dei 28 l’Italia si colloca in 18esima posizione (5,7) nella classifica del work-life balance (indicatore sintetico in scala da 1 a 10), a pari grado con la Francia, un gradino al di sotto del Regno Unito (5,8) e prima della Bulgaria (5,5). Ma in ogni caso, al di sotto della media Ue (5,8). L’obiettivo del CFR – partendo da una mappatura delle imprese di Fabbrica per l’Eccellenza – è quello di creare un ranking che le classifichi in base alla virtuosità rispetto a questo indice, che misura la sostenibilità e il bilanciamento tra tempo del lavoro e tempo per la famiglia. Secondo l’indagine EQLS, infatti, tra il 2007 e il 2016 la quota di donne tra i 18 e i 34 anni che hanno dichiarato di “sentirsi troppo stanche dopo il lavoro per accudire alla casa” è salita di 15 punti (dal 51 per cento al 66 per cento) e di 14 punti (48 per cento vs 62 per cento) quella delle donne tra i 35 e i 49 anni. Anche tra gli uomini si osserva un andamento analogo seppure in forma più contenuta (+ 7 punti tra i 18 e i 34 anni, dal 50 per cento al 57 per cento, +11 punti 35-49 anni, dal 50 per cento al 61 per cento). Tra quanti dichiarano di “fare fatica ad adempiere alle responsabilità familiari per il tempo speso al lavoro”, nel segmento donne tra i 18 e i 34 anni si osserva che passano dal 30 per cento al 41 per cento (+ 11 punti), le donne 35/49 anni dal 29 per cento al 39 per cento (+ 10 punti). Tra gli uomini 18-34 anni la quota percentuale sale dal 33 per cento al 37 per cento (+ 4 punti), tra gli uomini 35-49 anni dal 31 per cento al 42 per cento (+ 11 punti).  Quanti hanno “difficoltà a concentrarsi sul lavoro a causa delle responsabilità familiari” hanno fatto registrare il seguente trend: le donne 18-34 anni sono cresciute di 10 punti percentuali (13 per cento vs 23 per cento), le donne 35-49 anni +7 punti (14 per cento vs 21 per cento), gli uomini 18-34 anni + 8 punti (12 per cento vs 20 per cento) come gli uomini 35/49 anni (12 vs 20 per cento). Prendendo come base quanti dichiarano di lavorare 40-49 ore alla settimana (uomini e donne), coloro che “sono troppo stanchi dopo il lavoro per svolgere attività anche a casa” sono il 60 per cento, quanti “fanno fatica ad adempiere alle responsabilità familiari per il tempo speso al lavoro” il 40 per cento, la quota di coloro che “hanno difficoltà a concentrarsi al lavoro a causa delle responsabilità familiari” il 19 per cento. Il 12 per cento delle persone in età lavorativa, si legge ancora nel Rapporto della Commissione europea, è impegnato in modo stabile nella cura di persone disabili. Le ore dedicate ogni settimana alle attività educative di figli e nipoti sono 39 tra le madri e 21 tra i padri, mentre la percentuale di lavoratori full-time che giudica “abbastanza o molto difficile conciliare lavoro e presa in carico dei bisogni familiari” è del 49 per cento tra le madri, del 35 per cento tra i padri. La ricerca prende anche in esame il problema dal punto di vista dei lavoratori over 50 (50-64 anni), nel medesimo periodo (2007-2016). Le donne over 50 che sostengono di essere “troppo stanche dopo il lavoro per fare i lavori di casa” sono passate tra il 2007 e il 2016 dal 48 per cento al 59 per cento (+11 punti), gli uomini dal 44 al 53 per cento (+9 punti). Quanti “fanno fatica ad adempiere alle responsabilità familiari per il tempo speso al lavoro” sono aumentati dal 25 per cento al 35 per cento tra le donne (+10 punti), dal 27 per cento al 34 per cento (+7 punti) tra gli uomini. Coloro che evidenziano “difficoltà di concentrazione a causa delle responsabilità familiari” hanno fatto registrare un incremento dal 12 per cento al 19 per cento (+ 7 punti) tra le donne, dall’8 per cento al 16 per cento tra gli uomini (+ 8 punti).

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