Foto Pixabay

Music Week, i numeri spiegano perché la capitale del sound è qui

Paola Bulbarelli

La seconda edizione della settimana che racconta il mondo della musica attraverso tutta la sua filiera e i protagonisti che ne fanno parte si chiuderà il 25 novembre

Ci sono quelli che ci sono nati. E poi quelli che l’hanno scelta per gettare le basi del loro futuro. Da Giorgio Gaber a J-Ax. da Max Pezzali a Caterina Caselli, passando per Ivan Cattaneo, Mina, Elio e le Storie Tese, ovviamente Celentano, per arrivare agli Afterhours, a Fabio Rovazzi, Articolo 31, Claudio Cecchetto, e arrivando a Kandeggina, Mario Lavezzi, Mauro Repetto, Giusy Ferreri. Più altri cento, mille che hanno permesso a Milano di diventare la capitale indiscussa – produttiva, economica e creativa – della musica italiana. E come per la moda o per il design, non esiste uno stile o un genere particolare perché qui ci sono tutti.

 

Milano Music Week, la settimana che racconta il mondo della musica attraverso tutta la sua filiera e i protagonisti che ne fanno parte, e che si chiuderà il 25 novembre, quest'anno ha un allure ancor più internazionale. Più di 200 artisti da ogni continente, 70 luoghi, 135 live, 64 dj-set, 72 incontri e workshop di formazione, oltre 100 partner produttori di contenuti animano la città, offrendo un’occasione non frequente altrove, almeno in Italia, per vivere la musica più da vicino e soprattutto per entrare nei luoghi dove la si fa e la si impara, scoprendone il dietro le quinte e anche le principali figure del settore, che non sono soltanto i musicisti.

 

“Questa seconda edizione – spiega Filippo Del Corno, assessore alla Cultura – conferma la volontà di far dialogare i diversi mondi della formazione, della produzione e della distribuzione mettendo in connessione il mondo della musica anche in senso verticale, dal top player alle piccole case discografiche e ai locali indipendenti. Milano Music Week vuole essere il più possibile partecipata, e per questo coinvolge tutti i quartieri, anche i più lontani dal centro, con una programmazione che nasce dal tessuto sociale e creativo della città e offre quindi una pluralità di proposte e linguaggi”.

 

Milano si conferma un punto di riferimento sia per il pubblico, con una proposta ampia e di qualità tutto l’anno, sia per i professionisti del settore, quale protagonista nella filiera musicale nazionale e internazionale. La Lombardia detiene infatti il primato di Regione regina della musica con il 20,2 per cento delle imprese del settore (dato Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi) mentre il capoluogo va rafforzando il suo il storico ruolo di Music City italiana per eccellenza, con oltre 2.600 eventi all’anno e un volume d’affari che supera i 52 milioni di euro (dato Siae 2017), circa 950 imprese in costante crescita (in aumento del 2,7 per cento nell’ultimo anno e pari al 9,6 per cento del totale nazionale), oltre 7.000 addetti che operano nel settore (pari al 13,2 per cento a livello nazionale).

 

 

Tanti gli artisti italiani e internazionali da ascoltare o incontrare a Milano Music Week: Elisa, Eros Ramazzotti, i Mudhoney, Emma Marrone, Riccardo Sinigallia, Jean Michel Jarre, Trevor Horn, Dolcenera, per citarne solamente alcuni. Nell’occasione, Porsche Italia ha regalato alla città una grandiosa opera d’arte: un imponente progetto wall art che si estende su 400 metri quadri rivestendo la facciata dell’edificio di via Conchetta all’angolo via Troilo, realizzato dal collettivo di artisti urbani Orticanoodles, con la partecipazione creativa dell’agenzia Leagas Delaney, e intitolato “Music is a never ending journey”. L’utilizzo di speciali vernici fluorescenti rende l’opera visibile anche al buio, illuminando la notte come un magico cielo stellato. Ma la città della Madonnina, cantata innumerevoli volte, è anche la protagonista di Milano Music Map, una vera e propria mappa ideata e realizzata da Fabbrica Editoriale su un progetto di Salvatore Piccolo, Maurizio Zoja e Emanuele Grittini, sulla quale ogni cantante ha una sua precisa collocazione. Così troviamo il romantico a Milano dei Baustelle a Brera, via Sismondi con la storica casa di Jannacci, i quartieri sud di Malika Ayane e Jake La Furia, Via Borgognone dove alloggiava la Vox Pop, prima etichetta degli Afterhours, fondata da Manuel Agnelli. Spazio persino alla Monza di Morgan e alla Buccinasco di Fedez. La Milano della musica arriva lontano.

Di più su questi argomenti: