Foto Imagoeconomica

La paralisi economica c'è, dice Unioncamere. Gli strali di Bonometti

Daniele Bonecchi

Il presidente degli industriali lombardi lancia un nuovo allarme: “Se si ferma il motore dell’economia italiana c’è da preoccuparsi". Le scelte del governo si stanno traducendo "in una fermata brusca della produzione”

Non le ha mandate a dire al governo gialloverde Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e capo azienda della OMR, Officine Meccaniche Rezzatesi, nei giorni del decreto dignità, fiore (appassito) all’occhiello del vicepremier Luigi Di Maio. Bonometti aveva tagliato corto: “Ci porterà al blocco degli investimenti e delle assunzioni”. Ora che Unioncamere ha certificato la paralisi della crescita in Lombardia, il presidente degli industriali lombardi lancia un nuovo allarme: “Se si ferma il motore dell’economia italiana c’è da preoccuparsi. Stanno concretizzandosi le preoccupazioni che Confindustria ha manifestato in questi mesi. Scelte che stanno traducendosi in una fermata brusca della produzione”. Nel terzo trimestre 2018 – spiega Unioncamere Lombardia – si registra un indebolimento congiunturale della produzione industriale (-0,4%) che porta ad un rallentamento della crescita tendenziale al +2,3% (contro il +3,7 e +3,9 primi due trimestri). L’indice della produzione industriale, flette leggermente a quota 110,6 (dato destagionalizzato) mantenendo lo scarto dal massimo pre crisi (pari a 113,3 registrato nel 2007) sopra i 2 punti percentuali.

 


Marco Bonometti (foto Imagoeconomica) 


  

“Questo fa capire che la macchina produttiva sta rallentando”, insiste Bonometti, “stiamo attenti perché il giorno che fermiamo la locomotiva d’Italia, l’inerzia per farla ripartire costerà sacrifici e risorse importanti”. E ancora, pensando al futuro: “La legge di bilancio evidenzia grosse lacune in termini di sostegno alla crescita e allo sviluppo, mentre ci sono misure assistenziali che contraddicono una scelta di crescita e sviluppo. E’ grave poi che si siano fermati gli investimenti, si è fermata l’occupazione, in pratica sta venendo meno la fiducia da parte delle imprese perché in questa situazione - dove mancano sia una visione a medio e lungo termine, che una scelta chiara di politica industriale – si mette in discussione tutto l’operato delle imprese”. Sullo stop alle infrastrutture il presidente di Confindustria Lombardia diventa feroce: “Sono decenni che sosteniamo la necessità di realizzare le opere strategiche per favorire lo sviluppo del nostro tessuto economico e avvicinare le nostre imprese ai mercati mondiali. Bisogna portare avanti la realizzazione di opere strategiche come la Tav Torino-Lione, ma anche il Terzo Valico e la Pedemontana, per connettere meglio i nostri territori con l’Europa. Non devono essere bloccati i progetti già definiti. Per Confindustria Lombardia bisogna poi contribuire alla risoluzione dei problemi della circolazione delle merci causati dai provvedimenti restrittivi per l’attraversamento di ponti, viadotti e cavalcavia e velocizzare le procedure per il rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali”. “Un paese “di trasformazione” come l’Italia, dove l’impresa e il manifatturiero sono elementi trainanti dell’economia, rischia di non poter recitare più il ruolo che le è sempre stato assegnato. E’ necessario ricostruire la fiducia delle imprese e dei cittadini – conclude Bonometti – non c’è altra strada”.

Di più su questi argomenti: