A Milano lo Ieo frena ma Del Vecchio non sta fermo e punta su Symbiosis

Mariarosaria Marchesano

Alexei Dal Pastro di Beni Stabili spiega le mosse immobiliari sul capoluogo lombardo e l’arrivo di “Covivio” in Borsa: vale 7, 3 miliardi

Nella sua fortunata vita da imprenditore, Leonardo Del Vecchio – classe 1935, fondatore e presidente di Luxottica e secondo uomo più ricco d’Italia con un patrimonio di 19 miliardi di euro, classifica Forbes – ha coltivato vari interessi: occhiali, finanza, immobili. E forse nessuno progetto gli ha mai dato tanti grattacapi come quello dell’ampliamento dello Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia, di cui è diventato socio a dicembre del 2017 all’interno di una compagine consolidata che è la sintesi della finanza e dell’imprenditoria italiana: Mediobanca, Intesa Sanpaolo, UnipolSai, Generali, Telecom, Unicredit solo per citare i soci più importanti. Il piano di Del Vecchio per far crescere di dimensione l’istituto di via Ripamonti, attraverso un massiccio investimento da 500 milioni di euro, sembra incontrare più di un ostacolo sia per gli effetti che questo avrebbe sull’attuale assetto societario sia per questioni legate alla destinazione d’uso delle aree interessate all’ampliamento. Al consiglio di amministrazione dello Ieo che si è svolto lunedì scorso sotto la presidenza di Carlo Cimbri la proposta di Del Vecchio, che gode l’appoggio di Unicredit, non è stata neanche discussa. Insomma, il fondatore di Luxottica dovrà attendere, e individuare nel frattempo soluzioni di mediazione, se vuole realizzare il suo nuovo sogno che, come lui stesso ha ricordato, coincide con quello di Umberto Veronesi di vedere costruito un polo di eccellenza multispecialistico nel Parco agricolo Sud di Milano.

 

Ma le soddisfazioni non mancano per il Cavaliere e questa fase della sua vita imprenditoriale lo vede in ascesa nel mondo dei grandi progetti immobiliari e – indirettamente – protagonista della rinascita di un’area milanese che, neanche a farlo apposta, è poco distante in linea d’aria dallo Ieo. La diversificazione del business, del resto, è sempre stata una caratteristica di Del Vecchio. L’ingresso nel mattone è avvenuto nel 2007 con l’acquisto della partecipazione di controllo in Beni Stabili attraverso la francese Fonciére des Règion. E proprio in queste settimane si sta perfezionando l’operazione di fusione tra controllante e controllata che porterà alla nascita di un colosso immobiliare italo-francese con 23 miliardi di patrimonio di cui Del Vecchio resta il primo azionista. Si chiama “Covivio” e sarà quotata sia alla Borsa di Parigi che a quella di Milano, alla quale porterà in un solo colpo quasi 5 miliardi di nuova capitalizzazione (il gruppo avrà un valore azionario di 7,3 miliardi contro 1,5 miliardi di Beni Stabili, il cui brand è destinato a scomparire come quello di Foncière des Région).

 

Come spiega al Foglio Alexei Dal Pastro, general manager di Beni Stabili e della futuro Covivio, “Milano rappresenta oggi quasi il 70 per cento degli investimenti destinati all’Italia, ma l’obiettivo è arrivare al 90 per cento entro il 2022. Abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi nel capoluogo lombardo perché presenta le caratteristiche più favorevoli allo sviluppo di uffici di alta qualità di cui c’è una forte domanda”, dice. Il fiore all’occhiello è Symbiosis, il progetto che porterà alla nascita di un business district giusto alle spalle della Fondazione Prada e che, dopo Porta Nuova-Gae Aulenti e Citylife, ha l’ambizione di diventare una nuova centralità urbana di Milano. A fine settembre il primo palazzo è stato consegnato (in affitto) a Fastweb che ne farà il suo headquarter. E il prossimo passo? Nell’area sta per insediarsi anche un gruppo americano – il Nace School – specializzato nella realizzazione di scuole internazionali (dall’asilo al liceo) a testimonianza del mix funzionale previsto dal progetto che si estende complessivamente su 120 mila quadrati. E sul tavolo ci sono, come spiega Dal Pastro, almeno altri tre contratti di locazione con gruppi di primo piano del settore moda, energia e comunicazione i cui nomi sono per ora riservati. “Non sarà un quartiere fantasma – assicura il manager – tutto si sviluppa intorno a una piazza che abbiamo dedicato ad Adriano Olivetti e che prevede anche tanto verde e attività di ricreazione e ristorazione che resteranno aperte nelle ore serali”. Unico neo la mobilità che vede nella Linea gialla della metropolitana e nei jumbo tram che attraversano Ripamonti un servizio insufficiente per un bacino d’utenza in crescita (il problema, a quanto pare, sarà risolto grazie alla collaborazione con Atm e il Comune di Milano per la realizzazione di shuttle elettrici che aiuteranno i passeggeri a percorrere l’ultimo miglio tra le fermate dei mezzi pubblici e il nuovo quartiere). Un progetto analogo, anche se in molto più ridotto in termini di spazi, sta sorgendo anche in via Schievano proprio di fronte all’Università Iulm: anche qui piazza centrale con intorno edifici. Il primo l’ha già affittato il gruppo assicurativo Aon.

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